Attualità

Bullismo a scuola, non fare di tutta l’erba un fascio

Oramai gli episodi di bullismo sono diventati cronaca quotidiana. Non passa giorno che le nostre pagine di cronaca non si riempiano di nuove notizie. E tutti a chiedersi il perché.
Mi è già capitato di dire, sulla Tecnica della Scuola, che anzitutto è la crisi di tante famiglie la ragione prima di questo fenomeno. Diffuso e presente soprattutto in alcune zone ed in alcune periferie.
Ma, ho ritenuto di ribadire, non si deve fare di tutta un’erba un fascio. Nel senso che gran parte di famiglie e di ragazzi vive in modo positivo la vita scolastica.
Ma il ripetersi di questi episodi ci deve fare un passo avanti. Perché è giusto che si dica che, a parte situazioni oggettivamente ingestibili, è la crisi di autorevolezza di alcuni docenti a favorire questi stessi episodi.
Nella mia decennale esperienza, questa asserzione è stata sempre confermata, a parte, dicevo, rari episodi oggettivamente ingestibili.
Perché oggi non può più essere il richiamo alla autorità a fondare una professionalità ed una competenza, ma la autorevolezza.
Ed è giusto che si dica che vi sono in ogni scuola decine e decine di docenti che non hanno particolari problemi di relazione con gli studenti delle proprie classi. Mentre ho presenti casi di insegnanti che fanno fatica, magari nascosti dietro alla minaccia di un brutto voto, a vivere in modo equilibrato, positivo, culturalmente stimolante, il proprio ruolo.
L’insegnante è colui che lascia un segno, non chi impone certezze, conoscenze, verità definitive.
Ed i ragazzi stimano non chi regala voti, o chi pretende di sapere tutto, ma chi, empaticamente, propone il sapere in forma problematica, a partire, cioè, dalle domande, dai dubbi, dalla passione, dal gusto della ricerca.
Gli stessi ragazzi stimano chi non insegue i migliori, chi non si limita a seguire i cosiddetti “eccellenti”, cioè le performance fine a se stesse, ma chi li accompagna anche nelle loro insicurezze, chi li aiuta a capire la bellezza come la scorza dura della realtà.
La scuola, lo studio, la fatica del concetto, insomma: non è tempo sottratto alla vita, ma la vita stessa.
L’autorevolezza, dunque, che emerge, che sgorga dalla quotidiana vita di classe, si consolida e si struttura, giorno dopo giorno, nella forma della “reputazione”, per i docenti come per tutti noi.
In tutte le scuole si sa chi sono i docenti bravi, autorevoli, di cui fidarsi. Sono quei docenti che le famiglie chiedono per i propri figli, che gli studenti seguono ed inseguono, perché garantiscono lo sfondo educativo ed un chiaro approccio culturale. Il vero antidoto anche contro gli episodi di bullismo.
Docenti, cioè, come veri “maestri” di vita.

Gianni Zen

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