Smartphone in classe
Una storia risalente al 2019 che ancora non si è conclusa. L’episodio al quale facciamo riferimento è un atto di bullismo, che ha visto come vittima una studentessa, ubriaca, appoggiata su un palo e “dipinta” dai compagni con i pennarelli nel corso di una assemblea d’istituto, azione ripresa da altri ragazzi con gli smartphone.
Tutto ha avuto luogo, come riporta La Nazione, in un liceo di Pistoia. Sul posto sono dovute intervenire la polizia e la Digos. Nei confronti dei ragazzi sono stati presi dei provvedimenti disciplinari: nei guai sono finiti due studenti che sono stati sospesi dall’attività didattica per trenta giorni con obbligo di frequenza per svolgere lavori utili all’interno dell’istituto.
La punizione è stata subito contestata dalle famiglie dei ragazzi, che hanno fatto ricorso, contestando anche la validità della misura disciplinare che, sembra, non rientrasse nel regolamento della scuola, ma fosse stata inserita solo in un momento successivo alla emissione dei provvedimenti stessi.
Ieri mattina è iniziato il processo che vede imputate l’ex dirigente del liceo e la sua vicaria. Le accuse per entrambe sono quelle di falso in atto pubblico, per aver falsamente attestato, durante la riunione dell’Organo di Garanzia scolastico che doveva decidere sui ricorsi dei ragazzi contro le sospensioni, che “il regolamento disciplinare con relative sanzioni nonché la struttura e la regolamentazione dell’organo di giustizia sono presenti nel Ptof (piano triennale dell’offerta formativa) pubblicato sul sito del liceo”. La preside è anche accusata dei reati di diffamazione e violazione del segreto di ufficio: la vicenda, infatti, ha avuto forte clamore mediatico.
Ieri sono stati ascoltati alcuni testi del pm, a partire da uno dei commissari di Pg, che hanno svolto le indagini e dal consulente informatico incaricato dalla procura. Entrambi hanno confermato che il “Regolamento disciplinare”, inserito all’interno del Ptof (piano triennale dell’offerta formativa), è stato modificato rispetto alla sua versione iniziale, con l’integrazione della misura della sospensione dall’attività didattica, e pubblicato sul sito del liceo, quando erano già esecutive le sanzioni disciplinari. Un dato confermato anche dall’amministratore del sito della scuola.
Secondo l’avvocato della preside già negli anni precedenti, e a partire dal 2018, quella misura disciplinare era stata discussa all’interno del Consiglio d’Istituto su proposta della stessa presidente (anche lei ascoltata ieri), e approvata, come dimostrerebbero i verbali cartacei delle riunioni. Il processo riprende il prossimo 24 ottobre.
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