Il punto 23 del Contratto di Governo contiene un paragrafo intitolato “Cyber security e contrasto al bullismo” sul quale che vale la pena soffermarsi.
Lo riportiamo integralmente.
“È indispensabile incentivare lo sviluppo del settore della sicurezza anche per quanto concerne la cyber security, avendo particolare attenzione al fenomeno del cyber bullismo e individuando strumenti di ausilio per il superamento del problema, soprattutto negli ambienti scolastici.
É necessario introdurre misure repressive per chi commette il reato e premianti per chi lo denuncia: prevedere sanzioni amministrative nei regolamenti scolastici; numero verde unico nazionale; premialità per gli studenti che denunciano episodi di bullismo (borse di studio); videocamere nelle scuole”.
E’ del tutto evidente che sul principio (necessità di intervenire sul tema del cyberbullismo) non si può che essere d’accordo.
Le perplessità, a nostro parere, nascono quando si passa ad esaminare le “contromisure” proposte, a partire dalle “misure premianti” (si parla addirittura di borse di studio per gli studenti) per chi denuncia gli episodi di bullismo.
Ma i dubbi maggiori nascono sul tema delle videocamere nelle scuole che sono peraltro espressamente vietate dallo Statuto dei lavoratori (tralasciando ogni considerazione in materia di privacy sia degli studenti sia del personale scolastico).
Pensare poi di intervenire sul fenomeno del cyberbullismo, che ha risvolti non solo legali ma soprattutto educativi e culturali, puntando tutto su denunce e telecamere appare quanto meno irrealistico.
Non si capisce poi con quali modalità si potranno inserire nei regolamenti scolastici “sanzioni amministrative” per chi si rende colpevole di episodi di bullismo.
Ci rendiamo perfettamente conto che per ora si tratta solo di indicazioni molto generali, ma forse sarebbe bene riflettere già da subito sulla loro concreta applicabilità.
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