In merito ad un nostro articolo del 29 maggio scorso riceviamo questa precisazione da parte della senatrice Elena Ferrara che volentieri pubblichiamo.
Si è creata un po’ di confusione intorno alla notizia sull’ammonimento a un infraquattordicenne per condotte di bullismo avvenuto qualche giorno fa a Cesenatico. La stima che nutro nei confronti della testata La Tecnica della Scuola mi ha indotto a considerare l’accaduto una buona occasione, di cui sentitamente ringrazio, per fare un po’ di chiarezza in merito allo strumento dell’ammonimento del Questore, istituto di natura amministrativa introdotto nel nostro ordinamento dal DL 11/2009 per contrastare e sanzionare gli atti persecutori, cosiddetto stalking.
L’articolo pubblicato dalla Redazione il 29 maggio con il titolo Bullismo, 13enne ammonito dai Carabinieri: primo caso in Italia, genitori multati per omesso controllo, trova riscontro in annunci diffusi da diverse testate locali circa l’episodio di cronaca verificatosi in quelle ore.
Non stupisce che la notizia di un under14 ammonito per bullismo e di genitori multati per omesso controllo, richiami molta attenzione da parte della società tutta e, in particolare, dal mondo della scuola che affronta quotidianamente la prevenzione e il contrasto ai fenomeni di prevaricazione tra pari. Non è però infrequente riscontrare imprecisioni rispetto a interventi e strumenti normativi.
Ricordo che l’art. 7 della Legge 71/2017, di cui sono stata promotrice, prevede l’ammonimento del Questore per le persone minori, ma ultraquattordicenni, responsabili di gravi condotte di cyberbullismo (ingiuria, diffamazione, minaccia e utilizzo illecito e lesivo di dati personali).
Fino all’autunno scorso, con il DL Caivano, il nostro ordinamento non prevedeva l’applicazione della misura amministrativa dell’ammonimento del Questore per gli under14 considerati, a mio avviso giustamente, non imputabili e totalmente a carico della responsabilità genitoriale. Nei casi più gravi da quasi un secolo, minori anche infraquattordicenni “irregolari per condotta o per carattere” sono presi in carico dai servizi di giustizia minorile con finalità educative (art. 25 RD 1404 e smi).
Quali provvedimenti sono intervenuti in questi ultimi mesi?
La Legge n. 159/2023 (Caivano) Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonchè per la sicurezza dei minori in ambito digitale e la nuova Legge n. 70/2024 Disposizioni e delega al Governo in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo che entrerà in vigore il 14 giugno 2024.
Tornando al titolo, risulta evidente che l’ammonimento del Questore di Cesena sia stato applicato in ottemperanza alla Legge 159/2023 (anche solo per il fatto che la nuova legge sul bullismo non era e non è ancora vigente). I riferimenti normativi riportati in calce all’articolo risultano non pertinenti: l’ammonimento per gli under14 non è previsto né dalla prima norma (2017) né dalla seconda (2024) che semplicemente estende l’ammonimento al “bullismo” e inserisce il reato di revenge porn.
Un altro aspetto merita una precisazione: solo il Questore è titolato a utilizzare gli strumenti dell’ammonimento o dell’avviso orale (Legge 159/2011). Si apprende, infatti, da altre fonti che i Carabinieri della Stazione di Forlì-Cesena hanno svolto un importante ruolo d’indagine, verificato l’attività vessatoria segnalata dai genitori della vittima infraquattordicenne e probabilmente suggerito di avanzare l’istanza di ammonimento in alternativa alla querela. Come nel caso in oggetto la Legge Caivano prevede anche sanzioni amministrative pecuniarie per i genitori del/la responsabile di condotte illecite per mancata vigilanza. Si tratta di una normativa che introduce sanzioni già a partire dai 12 anni (vedi comma 5 e seguenti dell’art. 5 Disposizioni in materia di prevenzione della violenza giovanile), distante dall’approccio preventivo dalla L.71/2017 per il quale l’ammonimento è un cartellino giallo finalizzato a responsabilizzare autori e famiglie. L’ammonimento decade con la maggiore età senza lasciare traccia sulla fedina penale.
Queste sono le osservazioni e alcuni approfondimenti rispetto all’articolo. Mi permetto di aggiungere un pensiero di carattere generale: i fenomeni di prevaricazione tra pari costituiscono una sfida educativa per tutte le istituzioni e la società, le politiche di antibullismo attivate nelle scuole coinvolgono la comunità educante, di cui fanno certamente parte anche le forze dell’ordine, e permettono di affrontare i problemi preventivamente, nelle aule scolastiche, evitando che approdino, spesso troppo tardi, nelle aule dei tribunali.
Elena Ferrara – Senatrice della XVII legislatura promotrice della Legge 71/2017
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