A ridosso della giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo e su quanto abbiamo in questi giorni letto relativamente al caso del minorenne romano, con disabilità in seguito ad incidente, che si è suicidato e solo adesso, che i suoi compagni sono maggiorenni hanno raccontato quanto succedeva tra un docente che lo prendeva costantemente di mira e lo umiliava, e sulla scorta delle segnalazioni che abbiamo ricevuto come associazione di genitori di figli con disabilità, facciamo circolare questa riflessione della nostra referente per il Veneto.
Anche in prospettiva del nuovo PEI è necessario avere la consapevolezza del bullismo come minaccia per gli alunni più fragili.
“Il numero di ragazzi che si suicidano a fronte di problemi di bullismo a scuola, spesso perpetrati ai danni dei ragazzi dagli stessi docenti, dovrebbe farci riflettere su due piani paralleli:
– la fragilità dei ragazzi che stiamo crescendo, non più in grado di reggere il mondo che gli abbiamo creato intorno, che da un lato giustifica quasi ogni loro azione deresponsabilizzandoli, dall’altro richiede performances di altissimo livello anche in giovane età:
– la scuola e l’incapacità della stessa di rimuovere educatori non adatti a svolgere l’importantissimo ruolo a cui sono chiamati. una volta che un docente entra a scuola, da li non esce più, al massimo viene trasferito, a ripetere gli stessi schemi non corretti da altre parti.
Da genitore di ragazzi particolarmente fragili, che hanno subito nel caso di una di loro pesantissimi episodi di bullismo che la scuola ha cercato di nascondere o minimizzare (e che hanno portato ad un esposto nei confronti della dirigente, il ritiro da scuola e un anno di educazione parentale per recuperare i cocci emotivi).
Da genitore che proprio oggi si ritrova a dover supplicare la scuola, che ancora una volta minimizza, di allontanare un docente non specializzato, inadeguato, che si rifiuta di seguire quanto è prescritto dal PEI e quindi le indicazioni di specialisti e terapisti e famiglia, che non si è confrontato con la famiglia, che ha causato all’alunna che dovrebbe seguire e affiancare danni rilevati dalla maggioranza delle figure che ruotano intorno alla ragazza, mi chiedo perchè si anteponga al benessere dell’alunno e ai suoi diritti allo studio e all’istruzione altri motivi il principale dei quali è l’impossibilità di sostituire la persona, se non ha i titoli. Si deve porre doppia attenzione verso le situazioni più delicate perchè gli effetti possono essere tragici, appunto.”
Marula Furlan