Specie nelle aree periferiche e strettamente rurali si assiste ad un severo incremento dei casi di violenza a scuola: nei casi più gravi studenti o esterni impugnano un’arma da fuoco causando un’inutile e cruenta strage, ma nel silenzio istituzionale le violenze continuano, a danno dei più deboli, a seguito di un fenomeno che pare incorreggibile. Aumentata, ad alimentare la tensione sociale, la presenza di droghe anche pesanti tra i banchi, il danneggiamento di persone o cose, episodi di violenza contro singoli studenti, risse in aula. Irrimediabilmente compromessa la didattica frontale: aumenta la dispersione, gli studenti che rendono noti gli eventi di bullismo temono ripercussioni fisiche dirette anche fuori dalla scuola.
Non si recano in classe per evitare altri eventi violenti, mettendo così a rischio la propria formazione continua e futuro scolastico. I dati attuali risalgono all’anno scorso, raccolti a campione nelle scuole di tutto il paese: distinzione fatta per livello (college, istituto professionale), localizzazione e reddito medio delle famiglie degli studenti.
La prevenzione è al centro della risoluzione del fenomeno, anche per evitare che eventi significativi si possano verificare in classe. StopBullying.gov offre risorse alle scuole strumenti per educare gli studenti sul bullismo e tecniche per mantenere aperte le linee di comunicazione tra studenti e personale attraverso anche dei corsi specifici mirati al riconoscimento della problematica.
La maggior parte dei ragazzi non si sentirà a proprio agio a intervenire per aiutare una vittima di aggressione fisica o verbale nello stesso istante per paura di ritorsioni da parte di un soggetto violento. Il ruolo dei docenti e delle famiglie è cruciale in questa fase: gli esperti del programma di supporto suggeriscono di identificare alcuni aspetti che caratterizzano il comportamento degli aggressori. Il programma suggerisce di prestare attenzione al loro rendimento scolastico, al rapporto con i coetanei, allo spirito competitivo, all’impulsività ed all’aggressività. Il supporto, che il ragazzo sia vittima o carnefice, sono abilità di coping insegnate nella terapia cognitivo-comportamentale che possono aiutare i giovani a gestire sentimenti e pulsioni a loro beneficio.
Secondo l’ultimo e recente report pubblicato dall’organizzazione, è reso noto che il 20,1% degli studenti e delle studentesse, secondo un’analisi condotta su differenti campioni, sono stati vittime di bullismo almeno una volta nell’ultimo biennio. Molti di costoro, circa il 40%, temono che tali situazioni, senza un’azione diretta ed efficace della scuola, possano riverificarsi facilmente nel prossimo periodo. Gli studenti vittime di bullismo hanno riferito che tali episodi hanno avuto luogo presso il corridoio o la tromba delle scale (43%), all’interno della classe (42%), in mensa (27%), all’esterno nel cortile della scuola (22%), online (15%), in bagno o negli spogliatoi (12%) e sullo scuolabus (8%).
Un’analisi trasversale di 80 studi condotti che analizza i tassi di coinvolgimento nel bullismo nel suo complesso (attivo e passivo) per gli studenti di 12-18 anni ha riportato un tasso medio del 70% per il coinvolgimento del bullismo tradizionale e del 30% per il cyberbullismo. Gli studenti vittime di bullismo denunciano che questo presenta un effetto negativo su percezione di sé stessi (27%), sulle rispettive relazioni con amici e familiari (19%), sulla produttività in classe (19%) e sulla salute psico-fisica (14%).
Si avvicina il terzo appuntamento dell’anno di educazione civica che La Tecnica della Scuola dedica agli istituti scolastici (classi dalla terza media al quinto anno delle superiori): Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, consigli pratici su come contrastare un fenomeno in crescita.
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