Ha toccato anche i temi della scuola e dell’educazione dei figli il discorso tenuto da Papa Francesco nello stadio San Siro a Milano, in occasione dell’incontro con i cresimandi.
Un riferimento preciso sul brutto fenomeno del bullismo nella scuola, al quale il Santo Padre ha rivolto un caldo invito ad arginare la mala pianta del bullismo strappando una promessa dalle ottantamila persone assiepate sugli spalti dello stadio ambrosiano a dire no al bullismo e un sì alla civile convivenza.
Oltre alla piaga del bullismo Papa Francesco ha toccato il tema dell’educazione, della crisi dei valori, dei sentimenti, della conoscenza, del ruolo della famiglia, del rapporto tra genitori e figli dando estrema importanza alle due massime agenzie educative: la scuola e la famiglia, pilastri fondamentali che devono camminare a braccetto se vogliono veramente il bene della società.
Papa Francesco non è la prima volta che tocca i temi dell’educazione e della scuola, ma ci offre spunti concreti di come affrontare i problemi di oggi. “I figli guardano i comportamenti dei genitori – ha detto tra l’altro il Pontefice – e sanno giudicare”.
Sul rapporto tra scuola e famiglia il Papa era già intervenuto nel corso di un’udienza generale del mercoledì in Piazza San Pietro, qualche tempo fa sottolineando le differenze dei sistemi educativi di un tempo e di oggi. Il Papa aveva, infatti, detto che i genitori quando i figli a scuola si comportano male e mancano di rispetto agli insegnanti non devono rimproverare gli insegnanti, ma i figli. Invece, nella società in cui viviamo assistiamo ad episodi di genitori che di fronte alle “bravate” dei figli si recano a scuola per rimproverare gli insegnanti con conseguenze a volte poco piacevoli. In quell’occasione il Pontefice raccontò un episodio della sua fanciullezza quando aveva commesso una marachella a scuola e al ritorno a casa era stato rimproverato dalla mamma.
Purtroppo, bisogna dire che il Miur non fornisce ai docenti gli strumenti idonei per salvaguardarli, tutelarli, difendere la onorabilità dei docenti stessi per cui questi ultimi si sentono soli, delusi e amareggiati a causa della scadente considerazione sociale. Viale Trastevere ha pensato e pensa soltanto ad attuare una scriteriata politica di tagli, che negli anni passati è stata veramente pesante. Ci vogliono azioni e politiche serie a sostegno della funzione docente che deve essere affiancata da specialisti psicologi, sociologi che accompagnano l’azione didattica ed educativa degli insegnanti, altrimenti da soli i docenti non ce la potranno mai fare. I problemi che il mondo della scuola ha sono enormi e sono tutti caricati sulle spalle degli insegnanti, i quali devono sobbarcarsi non solo l’aspetto didattico ed educativo, ma anche quello sociale, psicologico degli alunni che presentano differenti forme di disagio sociale, dovuto soprattutto alla mancanza di entrambe le figure genitoriali ormai in crisi di identità.
Quindi mentre, da un lato Papa Francesco comprende e sostiene il lavoro dei docenti e dei genitori nei loro rispettivi ruoli, il Miur ci bastona non fornendo agli insegnanti gli strumenti idonei per formare ed educare le nuove generazioni.
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