“Nella scuola dobbiamo riportare la cultura del bene”: se prendi a pugni o violenti una persona o bullizzi un compagno non dobbiamo più dare spiegazioni o giustificazioni di tipo sociologico o psicologico, basta col continuare a dire che è colpa della società e dell’altro. È ora di ripartire dalla responsabilità individuale”. A dirlo alla Tecnica della Scuola è stato il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, a margine della conferenza di inaugurazione della Fiera Didacta Italia in corso presso la Nuova Fiera del Levante di Bari.
Rispondendo ai nostri microfoni sul suicidio di un 15enne in un casale di campagna, forse bullizzato dai compagni di scuola, il Ministro ha detto che vuole fare chiarezza: chiede di essere informato, gli ispettori hanno già contattato la scuola e lunedì sera avevo già una prima loro relazione. Quindi ho chiesto notizie ai dirigenti scolastici, tramite gli ispettori, per capire come si sono svolti i fatti. Poi spetterà alla magistratura raccogliere elementi e se dovessero emergere eventuali responsabilità”.
“Questo fatto mi ha colpito drammaticamente, anche per il racconto della madre. Da genitore ho provato i sentimenti della povera madre nel sapere quello che ha subito il proprio figlio, mi ha commosso”.
Per questo il Ministro ha detto che occorre dare più spazio “all’educazione civica nella scuola. Se prendi a pugni l’altro, se si colpisce un compagno o un insegnante innanzitutto è colpa tua. Poi vale anche il contesto, quindi una scuola che sappia valorizzare i talenti e dare entusiasmo: questo è il discorso della scuola costituzionale”.
Perché, ha aggiunto, “di fronte alla patologia o alla febbre alta si prende l’antibiotico, non la pacca sulla spalla né la camomilla”.
E ancora: “Le sanzioni previste, non le pene, perchè il penale va per la sua strada e non ci riguarda, devono essere rieducative, per fare comprendere al giovane che ha sbagliato, questo è il punto, quindi serve più scuola e attività di cittadinanza solidale”.
Il titolare del Mim ha detto che se bullizzi un tuo compagno, per religione di appartenenza, per il suo aspetto fisico e stai a casa per dieci giorni, ma questo è un premio, non è una sanzione. Invece il ragazzo deve capire che ha sbagliato”.
“Dovrà quindi approfondire: se colpisci un compagno per il colore della pelle, dovrai capire cosa è successo 80 anni fa nei campi di concentramento, dovrai vedere anche immagini crude”.
Se il gesto è particolarmente grave dovrai fare attività di cittadinanza solidale, per imparare concretamente cosa è la solidarietà, quindi farai più scuola, per capire che sei immerso nella società con gli altri e il tuo ego non è semidivino. E che devi essere a disposizione della società per capire che c’è povertà e dolore”.
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