In questi giorni il caso della dodicenne di Pordenone che ha tentato il suicidio lo scorso gennaio è stato riportato all’attenzione di tutti, poiché la procura avrebbe inserito nel fascicolo aperto contro ignoti il nome dell’ex dirigente scolastica. L’allora preside infatti sarebbe indagata per “concorso omissivo in atti persecutori”, cioè non avrebbe fermato le vessazioni contro l’alunna.
Intanto, a ridosso del nuovo anno scolastico, l’istituto interessato, nel quale la giovane tornerà a studiare di qui a pochi giorni, vedrà aggirarsi nei propri corridoi degli psicologi specializzati. L’intento è non solo quello di scoraggiare atteggiamenti simili, ma anche quello di invitare le vittime a parlarne per scongiurare il rischio di gesti estremi come quello della dodicenne che si era lanciata da una finestra.
Ormai il bullismo, soprattutto grazie al web e ai social, conosce nuove frontiere e sempre più modi per colpire le sue vittime. I giovani riprendono spesso le angherie con le quali torturano i propri coetanei, li caricano on-line e li diffondono rapidamente.
In che modo si può intervenire?
Logicamente alla base c’è un chiaro problema di educazione. Non di rado i bulli hanno alle spalle genitori poco presenti che ignorano l’atteggiamento pericoloso del proprio figlio o lo minimizzano, considerando quelli che di fatto sono prepotenze come scherzi. Anche gli insegnanti però devono saper intervenire, cercando di collaborare con le famiglie, aprendo loro gli occhi.
Se un docente capta qualcosa, l’atteggiamento più saggio da adottare è inizialmente quello di monitorare i momenti ricreativi, ovvero quelli in cui è più facile per un bullo tormentare un proprio compagno. Una volta che il sospetto dell’insegnante si rivela fondato, è bene aprire il dialogo su più fronti.
In classe, dove coinvolgendo l’intera classe si possono stabilire regole di comportamento che scoraggino questi atteggiamenti; con i singoli alunni interessati, invitando le vittime a rompere il silenzio e a parlarne con i genitori; con le famiglie, puntando a creare un’alleanza tra genitori e docenti. Parlare dunque è sempre un primo grande passo verso la soluzione.
A tal proposito è stato diffuso nel web il video di sensibilizzazione contro il bullismo, prodotto da Android (https://youtu.be/AwAaLJfuNbw) che vuole lanciare proprio questo messaggio: contro il bullismo l’unione fa la forza. Ci sarà sempre qualcuno nel nostro cammino che tenterà di approfittare delle nostre debolezze e a volte, quando ci rendiamo conto di non farcela da soli, non c’è nulla di cui doversi vergognare nel chiedere aiuto e rivolgersi a qualcuno. Il silenzio è sempre il più grande alleato dei bulli.
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