E’ sempre più alto il numero di bambini sottoposti ad atti gratuiti di bullismo. La denuncia è giunta in questi giorni dalla Commissione Bicamerale Infanzia, attraverso le parole del presidente, Maria Burani Procaccino: ”serve un intervento immediato soprattutto da parte deprima di tutto le scuole – ha precisato Burani – perché oggi un bambino su dieci, dai 5 ai 12 anni, in Italia è ormai vittima di bullismo, con fenomeni psicologici preoccupanti”. Il fenomeno però non riguarda solo l’Italia: secondo un monitoraggio europeo svolto dall’Osservatorio nazionale di statistica, in Francia ne sarebbero coinvolti 13 bambini su cento ed in Inghilterra addirittura 16 su cento.
Secondo Burani i numeri dell’Osservatorio dovrebbero far riflettere: ”è necessario non sottovalutare questi dati – dice il presidente della Bicamerale – ed avviare una fase di riflessione congiunta con il mondo della scuola per individuare e prevenire gli aspetti deleteri del bullismo, che provoca squilibri comportamentali ed angoscia per chi ne è vittima”.
La ricerca dell’Osservatorio di statistica ha anche realizzato un quadro che delinea quali sono i minori più sottomessi: ”si tratta spesso di bambini timidi o con gli occhiali, secondo un principio di svalutazione pregiudiziale. Il bambino viene molestato continuamente e lo si costringe ad assumere comportamenti di subordinazione, che provocano un rifiuto nella partecipazione alle attività scolastiche e ludiche”.
”Se non si interviene in tempo – ha detto la Burani – c’è il rischio che il bambino vittima del bullismo sviluppi i disturbi post traumatici da stress, come incubi, flashback ricorrenti, crisi di ansia, vomito e manifestazioni psicosomatiche”. L’importanza degli insegnanti diventa quindi determinante: chi pratica il bullismo è infatti spesso cresciuto in ambienti familiari e sociali dove la violenza e la sopraffazione sono riconosciuti come mezzi di persuasione e di affermazione. ”E’ necessario – conclude la presidente della Commissione – che la scuola inizi a monitorare con attenzione il fenomeno, prevedendo protocolli d’intervento mirati”.
Ma, come anche rilevato dalle parole della Burani, il fenomeno non è limitato ai confini nazionali. Tra le varie tipologie di bullismo risultano in ascesa anche quelle legate alle nuove tecnologie: secondo una recente ricerca, realizzata nel Regno Unito dall’associazione benefica Nch su 770 giovani, un adolescente su cinque sarebbe stato minacciato o ridicolizzato almeno una volta attraverso fotografie o messaggi di testo ricevuti sul telefono cellulare. Ancora una volta, però, i più presi di mira sarebbero i ragazzi brufolosi o sovrappeso: “i molestatori – spiega il rapporto finale della ricerca – si divertono sempre più a spedire foto e messaggi che puntano a far sentire complessati. O, peggio ancora, minacciose immagini di violenza di gruppo”.