L’indagine esplorativa “Inclusi. Dalla scuola alla vita, andata e ritorno”, progetto triennale selezionato da “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che coinvolge organizzazioni del Terzo settore in tutta Italia nel promuovere una scuola e un territorio equi e accessibili a tutti, focalizza l’attenzione di insegnanti e studenti e studentesse sul bullismo.
Bullismo e disabilità
Secondo dati recenti, metà degli studenti di 11-17 anni è stata vittima di bullismo da parte dei propri coetanei con offese verbali, derisione per l’aspetto fisico o il modo di parlare, esclusione dal gruppo a causa del proprio credo o delle proprie opinioni, fino alla violenza fisica. Il fenomeno è ancora più aspro quando si entra nell’ambito del cyber bullismo, che quasi sempre coinvolge il gruppo. Questo aspetto del bullismo si amplifica quando sono coinvolti bambini e i ragazzi con disabilità, che nelle statistiche ufficiali sono invisibili, anche se qualsiasi condizione di disabilità pone lo studente a un maggior rischio di essere vittima del bullismo. Questo avviene, come testimonia Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità) che fa parte del progetto Inclusi: chi compie atti di bullismo verso le persone con disabilità risponde in genere alla necessità di ‘proiettare’ sull’altro, e quindi allontanare da sé, le proprie fragilità, sostengono.
L’indagine
L’indagine, partita da Inclusi, ha messo in evidenza il campo inesplorato della stretta corrispondenza tra bullismo e disabilità, proponendo durante lo scorso anno scolastico 2022-23 una serie di attività educative laboratoriali a un campione di 612 studenti di 10 scuole (secondarie di primo grado e corsi di formazione professionale) e 1 centro di aggregazione giovanile, in 8 città, tra grandi e piccoli centri urbani, in Lombardia, Marche, Lazio e Campania.
Le attività proposte si basano su strumenti formativi che hanno consentito ai ragazzi e alle ragazze di esprimere le loro capacità empatiche, gli orientamenti valoriali e il grado di consapevolezza delle azioni. Tra queste: circle time (gruppo di discussione in cerchio dove ognuno può esprimere la sua opinione), role playing (interpretazione di ruoli), drammatizzazioni e un questionario a cui hanno risposto mettendosi di fronte a situazioni verosimili di bullismo, partendo da casi reali, nei confronti di ragazzi con disabilità.
I risultati
Quanto emerge, nonostante il piccolo campione, conferma che i ragazzi credono che gli insegnanti possano fare la differenza e chiedono loro di intervenire non con un atteggiamento punitivo ma impegnandosi in una vera educazione alla diversità. Il bullismo è un fenomeno dinamico-relazionale, che può essere contrastato considerando gli elementi positivi all’intero contesto classe, per esempio la coesione e la presenza di leader positivi.
Si chiede agli adulti di esserci, di essere coerenti e affidabili, di essere i primi a credere che il bullismo, anche quando coinvolge i ragazzi con disabilità, non sia un fenomeno ineluttabile e quasi naturale, ma qualcosa che si può prevenire, contrastare e risolvere. In questo senso Inclusi intende porre le basi per organizzare attività specifiche nelle scuole, riservate agli insegnanti, sulla prevenzione del bullismo legato alla disabilità, per capire quali sono i comportamenti che possono contrastare in modo efficace le situazioni di bullismo e quelli che invece possono facilitarli, per conoscere le diversità e saperle includere, concludono i promotori del progetto.