Al bullismo talvolta, con sempre maggiore frequenza, si risponde con il ricorso alla chirurgia plastica, per rendere il proprio corpo e il proprio viso più aderenti ai canoni dei social e del web.
Un allarme che arriva da Daniele Spirito, specialista in chirurgia plastica a Roma e Como e docente presso la Scuola di specializzazione in chirurgia plastica dell’Università di Milano. Gli interventi più richiesti sarebbero quelli orientati ad agire su un naso aquilino o sulle labbra o sul seno, spesso con il consenso o addirittura su spinta delle madri.
“In molti casi – sottolinea Daniele Spirito – la decisione è frutto di episodi di bullismo, subiti a scuola o nel contesto sociale, in altri deriva da un’insicurezza interiore amplificata dall’incremento dell’utilizzo dei social network. In ogni caso è molto probabile che manchi la giusta consapevolezza”.
Una tendenza preoccupante rispetto alla quale l’esperto ci ricorda: “L’Inghilterra ha approvato una legge che vieta ai minori botox e filler per gonfiare le labbra, dati i numeri esorbitanti registrati tra gli adolescenti, ma anche in Italia servono più filtri”.
I rischi sono altissimi. Peraltro – spiega l’esperto – “ricorrere ai trattamenti di medicina o chirurgia estetica prima di avere compiuto 18 anni comporta il pericolo di cambiare idea e pentirsi quando si acquista maturità. Bisogna poi attendere che i lineamenti diventino definitivi con l’arresto della crescita prima di ragionare su una loro correzione. Ed esiste infine il rischio – spiega il medico – di entrare in età già molto piccole nel vortice del ritocco senza freni”.
“La percezione di sé – avverte il chirurgo – perde aderenza con la realtà ed è facile incorrere in errori e scelte sbagliate da cui poi è difficile tornare indietro”.
“Spesso – denuncia lo specialista – sono proprio i genitori a dare di buon grado il benestare o a incoraggiare il ritocco: dietro ad un intervento di chirurgia estetica su tre c’è la spinta di una madre. Registriamo una domanda altissima di correzioni di inestetismi in ragazzi molto, troppo giovani. E i genitori – spiega l’esperto -, chiamati a dare il proprio consenso scritto per interventi di chirurgia estetica sui minori, sono spesso d’accordo con i figli”.
“Nel caso in cui il ritocco desiderato non poggia su basi serie e consapevoli il genitore deve dire no – conclude l’esperto – ferma restando l’etica del professionista che può rifiutarsi di eseguire l’intervento”.
Una questione che anche le scuole iniziano a prendere in carico, a partire dai progetti sulla gestione delle emozioni che aiutano gli studenti a prendere consapevolezza di certi disagi e ad affrontarli in modo costruttivo.
Anche nell’ambito dell’educazione civica gli insegnanti possono compiere molta strada fianco a fianco con i propri alunni quanto a uso consapevole dei social e degli smartphone, in vista di un’abitudine a sviluppare una vera e propria etica social che parta dall’accettazione di sé e dall’essere autentici.
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