Bullismo e violenze ai danni di un ragazzino portatore di handicap. L’orrore questa volta ha avuto luogo a Sant’Antimo, nel napoletano. Per la vicenda sono indagati tre ragazzi, uno dei quali minorenne all’epoca dei fatti. Sono ritenuti gravemente indiziati, in concorso tra loro e a vario titolo, di atti persecutori e violenza sessuale di gruppo in danno di un minore, con l’aggravante di aver agito approfittando della debolezza psichica e del ritardo cognitivo della vittima. Si trovano adesso in carcere. Lo riporta NapoliToday.
L’attività di indagine ha permesso di raccogliere elementi nei riguardi dei tre indagati, compagni di scuola della vittima. I fatti sarebbero avvenuti lo scorso marzo ed emersi solo in seguito al successivo intervento della madre della vittima, che ha denunciato tutto ai carabinieri. Alcuni episodi sarebbero stati filmati. Gli investigatori, come riporta SkyTg24, parlano di “gravissimo atto di bullismo” tra compagni di scuola.
I bulli avrebbero agito con ripetute aggressioni fisiche, violenze verbali, ingiurie, offese, insulti ed atti denigratori (sputi, palpazioni genitali, gli avrebbero anche urinato addosso), causando nella vittima un grave stato di ansia e paura.
“Sputavano e gli urinavano addosso, come per gioco, ma non si trattava di un gioco ma di una cosa assai brutta da fare a un coetaneo”, queste le parole della mamma del bambino vessato. “A scoprire cos’era successo è stato il fratello maggiore, quest’estate, mentre erano in vacanza, controllando casualmente il suo cellulare. Ha trovato dei video che ritraevano le angherie a cui il fratello minore era stato sottoposto. Siamo andati dai carabinieri e abbiamo denunciato tutto e consegnato i video, che risalivano allo scorso marzo. Da allora mio figlio non è più voluto andare a scuola. Anche adesso si rifiuta perché è traumatizzato. Ai ragazzi voglio dire che hanno sbagliato”.
La 53enne fa anche sapere di essere stata minacciata da alcuni parenti dei ragazzi accusati di violenze nei confronti del figlio: “è successo dopo la denuncia, mentre ero in strada, mi hanno detto che dovevo andare via da Sant’Antimo. Mio figlio è un ragazzo ingenuo, che non si ribella, quello che hanno fatto è sbagliato”.
Sabato scorso un ragazzino di 13 anni, alunno di una scuola media nel centro di Palermo, si è tolto la vita nella casa dove abitava con i genitori che lo scorso sabato sera, quando è accaduta la tragedia, erano usciti. Si sospetta che il ragazzo fosse vittima dei bulli che in più occasioni lo avevano deriso.
Come riporta il giornale locale LiveSicilia, nelle chat fra compagni e genitori si fa riferimento al fatto che il bambino fosse stato preso di mira per il suo orientamento sessuale. “Gay” gli avrebbero ripetuto, fino a farlo diventare un tarlo insopportabile.
Secondo i dati riportati dal Ministero Della Salute, da noi riportati, il bullismo non riguarda solo i ragazzi/e delle scuole superiori, ma è un fenomeno purtroppo molto allargato anche nelle fasce di età più piccole.
Secondo i dati della Sorveglianza Health Behaviour in School-aged Children -HBSC Italia 2022, gli atti di bullismo subìti a scuola sono più frequenti nei più piccoli dagli 11 ai 13 anni con particolare riferimento alle ragazze. In dettaglio, gli 11enni vittime di bullismo sono il 18,9 % dei ragazzi e il 19,8% delle ragazze; nella fascia di età di 13 anni sono il 14,6% dei maschi e il 17,3% delle femmine; gli adolescenti (15 anni) sono il 9,9% dei ragazzi e il 9,2% delle ragazze.
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