Con l’avvio delle lezioni del nuovo anno scolastico, si moltiplicano le iniziative anti-bullismo. A livello di singoli istituti, ma anche su scala nazionale. Tra le novità più interessanti e che meritano attenzione c’è sicuramente il “contratto etico”: si tratta di un documento innovativo, ideato da Simone Ariot, docente al liceo ‘Fogazzaro’ di Vicenza, che ha sottoposto il patto a 17 ragazzi di una terza dell’indirizzo scientifico.
L’iniziativa, ripresa dall’agenzia Ansa, prevede che il contratto venga consegnato agli alunni, letto a casa, studiato e poi sottoscritto in classe: con il documento, si sottoscrive la pari dignità tra docenti e studenti, i quali si impegnano al rispetto dei compagni, della scuola e del rapporto educativo.
Il testo, ha spiegato il professore, è stato pensato appositamente per una classe appena costituita nell’istituto, quindi poco amalgamata e forse poco consapevole dello stile educativo con cui iniziare e portare avanti l’anno scolastico.
Nelle scuole, del resto, già vige il Ptof, il Piano triennale dell’offerta formativa modificabile ogni anno, che va firmato da allievi e genitori, ma l’iniziativa del professore Ariot è stata pensata come integrazione utile allo scopo di ribadire le ‘regole di ingaggio’ dell’istituzione educativa.
In pratica, in presenza delle inevitabili diversità dei compagni, il contratto etico permette di “mantenere un clima favorevole all’apprendimento, alla condivisione emotiva, all’aiuto reciproco”, controllando anche il tono di voce in modo che sia “non invadente”.
Un capitolo del contratto è riservato al docente, che non è un “nemico” da affrontare, ma va sempre considerato come “membro della stessa squadra”, anzi, il “capitano” che dà i consigli giusti per la vittoria.
Gli studenti possono anche “esprimere dubbi” sulle lezioni, sempre in modo educato, e anche di contattare il docente via e-mail per chiarimenti.
Sempre nell’accordo sottoscritto, ci sono dei punti che riguardano un impegno concreto dei ragazzi a mantenere la pulizia dell’aula, a non mettere in atto e a contrastare gli atti di cyberbullismo.
Il rispetto dell’altro, infine, passa anche per l’abbigliamento: ogni studente si impegna a non confondere “la scuola con una palestra, una piscina, una discoteca”, a evitare jeans strappati, canottiere, per rispetto della comunità deputata all’educazione.
Sempre in tema di prevenzione di bullismo, arriva il bollino per le scuole: l’iniziativa, scrive Italia Oggi, è stata presentata il 18 settembre presso la Uni, l’ente italiano di normazione: si tratta di una certificazione di qualità rilasciata da un organismo accreditato, con cui le scuole potranno dimostrare l’adozione e la realizzazione di misure antibullismo.
Nata dalla collaborazione del tavolo di lavoro promosso da Accredita, l’ente unico nazionale di accreditamento, che ha visto coinvolti oltre all’Avvocatura e alla Magistratura, la Fidae, federazione scuole cattoliche italiane, l’Israe, istituto salesiano di ricerca educativa, e il Moige, movimento italiano genitori, la prassi definisce per la prima volta in Italia un sistema di gestione per affrontare e prevenire nella scuola il rischio di fenomeni di bullismo e cyberbullismo di cui, secondo i dati Istat, è vittima un ragazzo su due, soprattutto tra gli 11 e i 17 anni.
Gli ideatori del bollino anti-bullismo hanno anche stabilito che potranno ottenere la certificazione istituzioni scolastiche e organizzazioni che ospitano minori.
Tra le garanzie che le scuole dovranno fornire, figura la corretta vigilanza sugli studenti all’interno dell’ambiente, oltre che l’inserimento nel sito web scolastico di una sezione dedicata alla prevenzione e al contrasto del fenomeno, con il testo della politica antibullismo adottata fin dall’avvio dell’anno scolastico, l’indirizzo e-mail a cui segnalare casi di bullismo e le altre informazioni utili allo scopo.
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