Vi ricordate il caso di un docente aggredito dal padre di un’alunna dopo averle messo una nota? Ebbene, sempre nella stessa scuola, l’istituto Majorana di Bari, è accaduto due anni fa un altro caso di violenza che oggi è rimbalzato nuovamente tra le notizie di cronaca per i risvolti.
Nel novembre 2021 la mamma di un’alunna della scuola, bullizzata da una compagna tanto da tentare il suicidio, ha deciso di farsi giustizia da sé. La donna, che a quanto pare avrebbe avvertito inutilmente l’istituto via mail della situazione, avrebbe deciso di recarsi a scuola per risolvere la questione.
Il genitore avrebbe litigato con la “bulla” quattordicenne e le avrebbe addirittura dato una testata. Per questo gesto la donna è stata denunciata e, successivamente, ha a sua volta denunciato per stalking il padre della ragazza con cui aveva discusso – pluripregiudicato. Le indagini sull’uomo si sono concluse e nei suoi confronti è stato chiesto il rinvio a giudizio, in seguito al quale è iniziata l’udienza preliminare.
L’avvocato, che assiste la madre nel procedimento per stalking contro il pregiudicato, ha dichiarato: “La donna dopo aver chiesto aiuto alla scuola, alla preside e ai docenti senza essere ascoltata sugli atti di bullismo che la figlia avrebbe subito, si è recata a scuola. La signora ha poi invitato la classe a comportarsi meglio nei confronti della figlia, esasperata dagli episodi di bullismo. Dopo un’escalation di telefonate, richieste di risarcimento, appostamenti e inseguimenti da parte del patrigno, l’uomo è stato denunciato nel febbraio 2022”.
Ma soffermiamoci un attimo sull’atteggiamento della scuola: anche questa volta, come era già successo nel caso del docente aggredito dopo una nota, la dirigente scolastica, Paola Petruzzelli, ha raccontato una versione diversa dei fatti, affermando: “Non ho mai ricevuto alcuna segnalazione e non ho registrato casi di violenza, altrimenti sarei intervenuta”.
Tuttavia, la versione della dirigente non convince. Basta pensare che giorni fa la vicepreside dell’istituto, ha detto in udienza che l’unico episodio di cui è a conoscenza è la testata data dalla donna alla ragazza. Ma, come mai la scuola in precedenza aveva fatto cambiare classe alla bulla per dividerla dalla sua vittima? Se così fosse, la scuola dovrebbe essere stata a conoscenza degli atti di bullismo perpetrati ai danni della ragazzina.
Quest’ultima, che per mesi non è andata a scuola per paura, ha pure ottenuto l’autorizzazione per anticipare l’orario di uscita all’ultima ora. Come giustifica la dirigente questi provvedimenti?
Tra gli atti di bullismo, ce n’è anche uno in cui la ragazzina era stata aggredita con un mattarello durante la lezione di cucina, ma nessuno ha visto niente e non è stato possibile recuperare le immagini delle telecamere.
Com’è possibile che nessuno si sia accorto di nulla se le violenze hanno avuto luogo nel bel mezzo delle lezioni? Perché le immagini delle telecamere non sono disponibili? Sembra che la versione di Vincenzo Amorese, il docente aggredito lo scorso settembre, sia a questo punto verosimile e ricordiamo cosa aveva affermato: “In quella scuola vige l’anarchia, con atteggiamenti da parte degli alunni di tipo delinquenziale, mafioso”.
Si avvicina il terzo appuntamento dell’anno di educazione civica che La Tecnica della Scuola dedica agli istituti scolastici (classi dalla terza media al quinto anno delle superiori): Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, consigli pratici su come contrastare un fenomeno in crescita.
(Se la tua classe non è ancora iscritta, vai al seguente link per farlo)
Il prossimo 7 febbraio dalle ore 10:30 alle 12:00, in occasione della Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, ci confronteremo insieme sui temi dei diritti, della dignità sociale, dell’uguaglianza, del contrasto ad ogni forma di denigrazione e privazione e della sicurezza in rete, alla luce degli articoli della nostra Costituzione, 2, 3, 9, 15, 28, 30, 33, 34, 38.
Il 7 febbraio si celebra la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, istituita su iniziativa dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. E in questa occasione rimangono sempre più in vista i numeri di un fenomeno che sembra difficile estirpare. Si stima infatti che nel mondo siano 246 milioni i bambini e gli adolescenti vittime di una qualche forma di bullismo.
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