I casi di bullismo sono all’ordine del giorno. La madre di un ragazzo vittima di vessazioni di tredici anni ha denunciato a NovaraToday una spiacevole situazione che si è verificata nella scuola del figlio, i cui insegnanti non avrebbero fatto abbastanza per evitare le aggressioni.
Secondo la madre del ragazzo i docenti, venuti a conoscenza dei fatti, avrebbero ignorato l’accaduto e, anzi, punito il ragazzo invece di aiutarlo. “Gli episodi sono cominciati l’anno scorso, durante il secondo anno di scuola media – ha raccontato la madre dello studente -. Nonostante ai colloqui gli insegnanti mi dicessero che andava tutto bene, alla fine dell’anno mio figlio è tornato a casa con gli occhiali rotti, ma alla mia domanda su cosa fosse successo ha detto che è inciampato. La stessa cosa è però successa all’inizio del terzo anno, più volte. Nel corso dei mesi, poi, abbiamo scoperto anche alcuni lividi sulla pancia e sulla schiena di mio figlio, oltre a insulti e prese in giro pesanti da parte di altri ragazzi sul suo cellulare. Ho chiesto quindi di parlare con gli insegnanti, che mi hanno risposto che non c’erano problemi”.
“Passano i mesi – ha spiegato la madre del giovane – e mio figlio torna a casa con una nota perchè avrebbe insultato un ragazzo che lo ha poi aggredito. Oltre alle note, che diventano quasi giornaliere, vengo contattata dalla scuola e mi viene detto che mio figlio avrebbe venduto profilattici e caramelle a scuola. A questo punto, mio figlio si è aperto e mi ha raccontato che è stato ricattato e minacciato da un altro ragazzo e costretto a vendere profilattici e caramelle per pagare altri ragazzi. Ho quindi riferito tutto agli insegnanti, che mi hanno risposto che non ne sapevano nulla e che loro non possono controllare i ragazzi. Mio figlio però mi ha riferito che in un episodio è stato picchiato in classe davanti a un insegnante, che non è intervenuto”.
“A questo punto mio figlio – ha concluso la madre del ragazzo – ha raccontato tutto in una lettera indirizzata alla referente per il bullismo, lettera che non è mai stata consegnata. Io ho quindi contattato il provveditorato che mi ha detto di rivolgermi alle forze dell’ordine. Così ho fatto: ho segnalato la situazione in Questura e dato tutto in mano ad un avvocato”.
“La cosa che più mi ha sconvolto – ha commentato la madre dello studente – è il comportamento degli insegnanti e della direzione scolastica, che invece di intervenire hanno cercato di nascondere tutto”.
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