Uno studente di un istituto tecnico della provincia di Viterbo, per lunghi mesi, ha dovuto subire minacce e insulti da parte di un bullo. L’incubo è poi sfociato in un pestaggio con la vittima ricoverata in ospedale.
Il tribunale ha ritenuto, per la prima volta, colpevole l’istituto che dovrà risarcire la vittima anche se l’aggressione è avvenuta al di fuori degli orari scolastici.
La scuola, per il Tribunale è responsabile per “culpa in vigilando”: i docenti, pur sapendo delle umiliazioni subite dalla vittime, non avrebbero fatto nulla per impedire o far cessare le vessazioni.
Ora tocca al Miur, risarcito come i genitori per circa 12mila euro, decidere se rivalersi, davanti alla Corte dei conti, sul preside e sui docenti dell’istituto.
L’espressione indica la colpa sottostante alla responsabilità per il fatto illecito altrui, che viene attribuita a coloro che sono tenuti alla sorveglianza di determinate persone reputate non in grado di rendersi pienamente conto delle proprie azioni. I soggetti tenuti alla sorveglianza sono esonerati da responsabilità per i danni cagionati dai sorvegliati solo se provano di non aver potuto impedire la commissione del fatto.
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