Un “normale” sabato pomeriggio per molti di noi…Vengo a conoscenza del ritrovamento del tuo corpo, dolce Giulia, l’ho aspettato per una settimana, ma non volevo che ti ritrovassero priva di vita, sola, triste e ferita in quel canalone. Accendo la televisione e faccio “zapping”, ma solo un’emittente televisiva parla di te, intanto, stanca ritorno a quell’unico canale che cerca di ridarti un minimo di dignità, piccola grande Giulia! Adesso è caccia a Filippo, i genitori lo invocano a costituirsi e così anche il Procuratore.
Quella laurea mai conseguita, sembra essere stato il fattore dirompente, ma non può essersi trattato solo di questo, e comunque stabilire un movente non ci ridarà te, che, nonostante da poco avessi perso la tua mamma, avevi scelto, assieme alla tua famiglia, di imboccare la strada giusta, quella che va oltre la morte, senza lasciarti inebetire o annichilire, ignara che la morte avrebbe portato via anche te, per mano di chi avrebbe dovuto proteggerti o almeno non tradirti. Oggi la tua tragedia è la tragedia di tutti, il dolore di ognuno di noi (o almeno così dovrebbe essere).
Ho sempre voluto vedere questo mondo a colori, ma che “arcobaleno” possiamo, anche solo immaginare, se in Italia ogni tre giorni viene uccisa una donna per mano del compagno, del fidanzato, del marito o “semplicemente” dell’ex!? Di voi giovani dicono che siete una generazione senza sogni, vi incoraggiano a “prendervi la luna”, a laurearvi, a sposarvi a diventare genitori; peccato che, il più delle volte, non vi venga detto come fare, non vi vengano date regole e soprattutto esempi, buoni esempi.
Eppure tu, Giulia, pare avessi tanti sogni nel cassetto, come sono certa tanti tuoi coetanei. E poi quello che è accaduto a te accade anche a donne della mia età, ed io potrei essere tua madre (a pensarci mi vengono i brividi e le lacrime vergano il mio viso). Ti chiedo di perdonarmi e di perdonarci, la situazione ci è sfuggita di mano. Forse avremmo dovuto e dobbiamo parlare di educazione all’affettività anche nelle scuole, soprattutto nelle scuole, al fine di contrastare abusi e soprusi, di insegnare la tolleranza alla frustrazione e ai dinieghi.
Belle le panchine rosse, l’apposizione di targhe commemorative, le scarpe rosse e le fiaccolate…ma non mi pare siano bastate e bastino. Hai brillato come una stella. Sei stata una farfalla, perché le farfalle sono bellissime, proprio come te; ma hanno una esistenza fugace, proprio come la tua. Tutti noi, dinanzi a quest’ennesimo scempio, possiamo imboccare due strade: quella dell’indifferenza, del silenzio e dell’inerzia; oppure quella più savia dell’educazione “alle buone maniere”, alla gentilezza, all’amore “sano”, alla precoce e tempestiva individuazione dei bugiardi, dei narcisisti e dei manipolatori, con l’obiettivo di scavare nel loro passato e nel loro presente, per poterli aiutare e riabilitare.
Il mio plauso va a tutti che ti hanno cercato in lungo e in largo, senza sentire la fatica. Il mio plauso va a chi ascolterà con umiltà il mio grido di aiuto, a chi si impegnerà affinché i fiori possano essere coltivati e non calpestati. La tua storia è una storia di tenerezza e dolore, mancherai a tutti quelli che ti hanno conosciuta e amata, ma mancherai anche a me e a tutti coloro, che pur volendolo fare, non siamo riusciti a salvarti.
Luciana Pagano
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