È la scuola a tenere ancora una volta banco all’interno del Pd, superando altri temi di interesse sociale e politico.
All’indomani dell’ammissione dell’ex premier Renzi di avere “straperso” il referendum costituzionale, è Roberto Speranza, candidato alla segreteria Pd, intervistato dalla Stampa, a rilanciare l’idea di cambiare la Legge 107/2015.
“C’è qualche segnale” di autocritica da parte di Renzi, afferma Speranza, “sul Mezzogiorno: ha detto che si è affidato troppo ai potentati locali. Avevamo provato a dirglielo in questi mesi. Ma ci sono almeno altre due grandi questioni: chiedo la riapertura, subito, di un tavolo con insegnanti e studenti per aggiustare la riforma della scuola”.
L’ala minoritaria del Partito Democratico, quindi, punta quindi ancora una volta il dito su una delle questioni che hanno più caratterizzato la riforma del Governo Renzi: la mancanza di volontà nel dare seguito a quanto sosteneva al “base”, per dare invece spazio a chiamata diretta, ambiti territoriali, merito e altro ancora.
Speranza si scaglia anche contro i voucher: “una forma di precarietà assoluta. Non mi va giù che siano Grillo e Salvini a dirlo, dobbiamo essere noi. Gentiloni dia subito un segnale su questi temi”.
A proposito dell’intervento di Roberto Giachetti, Speranza dice: “Mi interessa molto relativamente l’incontinenza verbale di Giachetti. Uso una battuta di Renzi: ‘Lo stile è come il coraggio di don Abbondio, se non ce l’hai non puoi dartelo’. C’è una violenza verbale tra le forze politiche, un imbarbarimento. Che debba arrivare anche dentro il Pd mi sembra oltre ogni limite. Non inseguirò Giachetti su questo terreno, queste parole qualificano chi le pronuncia. Ma c’è un aspetto politico: va chiusa la stagione dell’arroganza. Si apra la stagione di un Pd umile, che prova a capire i suoi limiti e i suoi errori”.