La politica parla troppo spesso di scuola, a vanvera e senza cognizione di causa, sostenendo riforme epocali, piani rivoluzionari, capaci di restituire al Paese una buona scuola.
Una politica che non investe mai un euro sulla scuola e che è sempre pronta a ridurre la spesa su istruzione, ricerca e università. Abbiamo dei politici che di scuola non capiscono proprio niente, e questo lo si capisce dall’enormità che scrivono sui documenti di proposta di legge sulla scuola. Sottosegretari all’istruzione che pensano di vivere nell’iperuranio platonico, dove risiede il fine intelletto di chi non sbaglia mai, ma poi scopriamo essere in evidente contrasto con il primo responsabile del Miur.
É successo prima con Roberto Reggi e sembra che la storia si stia ripetendo con Davide Faraone. Ricordiamo infatti che, l’ex sottosegretario del Miur Reggi, è stato rimosso dal Ministero dell’Istruzione, dopo essere entrato in totale divergenza, in sostanza in un insanabile conflitto con il ministro Stefania Giannini, per avere scavalcato lo stesso ministro dell’istruzione sulla gestione e presentazione del piano “La Buona Scuola”. È ancora fermo il ricordo della boutade estiva di Reggi, in cui sosteneva le 36 ore settimanali di orario di servizio per i docenti. Oggi il ruolo di Roberto Reggi, promosso alla direzione del Demanio al ministero dell’economia, è stato preso, anche nell’atteggiamento di supremazia interna al Miur, dal giovane deputato renziano Davide Faraone.
A quanto è dato sapere, come capitava con Reggi, il ministro Stefania Giannini ha un rapporto conflittuale e di visione diversa della scuola anche con lo stesso Faraone. Allora viene spontanea una domanda: “Ma qual è la linea politica del Miur?”.
Certo è che al Miur regna sovrana la confusione, l’incertezza e non si comprende bene quale sono i reali provvedimenti che verranno presi. Molti insegnanti sono fortemente indignati sulla questione altalenante degli esami di Stato 2015, dove un giorno si parla di un esame con commissioni interne, fatta eccezione per il presidente di commissione, un altro giorno si cambia e si parla di commissioni miste con metà commissari esterni e metà interni, poi si torna a parlare, ed è notizia di ieri, di commissioni con docenti tutti interni.
Sugli esami di Stato stiamo assistendo ad ordini e contrordini che danno l’idea dello stato confusionale in cui si opera al Miur. Ci piacerebbe sapere con precisione e in tempi stretti chi sarà chiamato a ricoprire il ruolo di commissario di esame di Stato il prossimo giugno 2015. É chiedere toppo sapere a dicembre che esame di Stato sarà quello di giugno? Una scuola né buona, né cattiva, ma semplicemente una scuola seria, ad anno ormai pienamente iniziato, dovrebbe avere ormai chiarezza su chi esaminerà e su come saranno le prove d’esame. È veramente surreale che chi non dimostra serietà, ha la presunzione di proporre una Buona Scuola.
Noi ci accontenteremmo, molto più modestamente, di una scuola seria che è il minimo presupposto per fare “La Buona Scuola”.
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