Categorie: Politica scolastica

Buona Scuola: qualche dubbio sui numeri, ma non solo

Nell’intervista rilasciata dal Ministro al Corriere della Sera c’è qualcosa che non torna del tutto.
Il dato più strano riguarda il numero delle assunzioni: Giannini parla di 50mila posti per coprire le cattedre e il Corriere ne deduce che gli altri posti (90mila almeno) sarebbero destinati all’organico funzionale: due docenti per istituto, scrive la testata; delle due l’una: se si tratta davvero di 2 insegnanti per istituto, allora l’organico funzionale sarà di soli 17-18mila posti. Ma è anche probabile che ci si debba riferire ai plessi: in tal caso il conto tornerebbe. Certo è che pensare che un istituto comprensivo di medie dimensioni possa avere un organico funzionale di una ventina di docenti, c’è da essere perplessi (e non poco). Se poi addirittura si pensa organici di rete bisognerà pensare che ogni rete di scuole potrebbe trovarsi a gestire qualcosa come 80-100 insegnanti assegnati all’organico funzionale.
E sicccome per gestire i docenti è necessario il personale di segreteria viene da chiedersi come si riuscirà a fare quadrare i conti, visto che la legge di stabilità prevede un taglio di 2mila posti Ata.
Un altro dato che incuriosisce è quello che riguarda l’introduzione del CLIL anche nella primaria.
Il Ministro annuncia che l’idea è quella di insegnare una materia (scienze sarebbe la più probabile) in inglese nelle classi IV e V; ma Giannini esclude che il metodo CLIL possa riguarda anche la secondaria di primo grado. Insomma i bambini di 9-10 anni studierebbero scienze in inglese, poi si sospende tutto nei tre anni successivi e si riprende nella secondaria di secondo grado (sempre ammesso che ci sia personale adeguatamente preparato). Parlare di discontinuità è il minimo che si possa fare.
Altra dichiarazione che lascia un po’ stupiti è quella relativa alla cancellazione degli scatti per anzianità: il Ministro dice che si tratta di una provocazione contenuta nel piano Buona Scuola.
Peccato che fino ad ora sia il Ministro che il Governo abbiano ripetuto in diverse occasioni che questo è un punto qualificante nell’intera “riforma”.
Insomma, forse qualche chiarimento potrebbe essere utilie, anche perchè l’affermazione – fatta a 5 mesi di distanza – che la proposta del merito e della eliminazione del criterio dell’anzianità sarebbe una semplice provocazione potrebbe indurre di qui in avanti il mondo della scuola a non prendere troppo sul serio le proposte del Ministro e del Governo.

Reginaldo Palermo

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