Un Vademecum per i dirigenti scolastici, che insegni l’ascolto, l’empatia, la condivisione, il dialogo e il rispetto per l’altro. Insomma una sorta di guida per una leadership autorevole ma non autoritaria. La proposta è del Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani, che ha lanciato una serie di iniziative volte al miglioramento di alcune criticità riscontrate nel mondo dell’Istruzione, tra cui anche l’iniziativa relativa al cambio di modello dell’Educazione civica, come abbiamo già riferito.
Ma per tornare al Vademecum per dirigenti scolastici, l’idea di fondo sarebbe quella di rispondere a un bisogno dal basso: contrastare il burnout, reputato dal presidente del Cnddu Romano Pesavento “un rischio non remoto per chi opera in un settore delicato come quello dell’apprendimento”. Dunque “sarebbe opportuno che la dirigenza e lo staff di riferimento in ogni singola istituzione scolastica predisponessero un clima lavorativo improntato alla serenità e alla collaborazione”.
Le segnalazioni di malessere da parte di docenti che vivono in modo problematico la relazione con il proprio dirigente scolastico, in effetti, sono numerose, e non è peregrino pensare che lavorare sulla competenze relazionali nell’ambito dei contesti lavorativi anche scolastici possa essere determinante per la motivazione psicologica dei docenti, con una ricaduta sul benessere psicofisico di tanti professionisti della scuola.
Ma cos’è esattamente il burnout? Il burnout è una sindrome riconosciuta come fenomeno occupazionale dall’OMS nel maggio del 2019. Si tratta di un malessere legato allo stress da lavoro, che porta il soggetto all’esaurimento delle proprie risorse psico-fisiche, il che significa, sul fronte psicologico effetti che vanno dal nervosismo a vere e proprie manifestazioni di depressione; e sul fronte fisico cefalea, disturbi del sonno, disturbi gastrointestinali e via dicendo.
È interessante notare che sebbene il Il burnout possa colpire qualunque lavoratore, pare che ad essere più a rischio siano coloro che svolgono professioni d’aiuto, nella quali cioè si metta al centro l’altro, con i suoi bisogni, e si venga a contatto con situazioni anche dolorose o comunque difficili, umanamente impegnative. In qualche modo, dunque, anche l’insegnamento potrebbe rientrare tra queste tipologie professionali particolarmente soggette al burnout.
Ma la questione relazionale non è la sola cui il Cnddu pone l’attenzione. Venire incontro alle difficoltà economiche dei docenti fuorisede è un altro dei proposito del coordinamento: “È importante – continua il presidente Pesavento – che sia stato posto il problema della retribuzione dei docenti mediante un piccolo aumento nella busta paga; tuttavia si ricorda che, rispetto alle crescenti spese relative al costo della vita, soprattutto per gli insegnanti fuorisede monoreddito, c’è ancora molto da rivedere. Il CNDDU proporrebbe una credit card di 200 euro mensili netti da impiegare in viaggi, spese di affitto e buoni pasto“.
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