La burocrazia frena la scuola, un’occasione di riflessione tra tanti personaggi legati al mondo della scuola (tra cui il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi). Un evento organizzato dalla Gilda degli Insegnanti sviluppato attorno al tema centrale della burocratizzazione nella scuola, ma che ha visto affrontare anche altri temi attuali:
Carlo Cottarelli, direttore dell’osservatorio sui conti pubblici italiani, ha condotto uno studio sul tema dell’evento:
“Metà del tempo degli insegnanti va in compiti che non sono insegnamento. Abbiamo fatto una provocazione perché servirebbero informazioni ufficiali su questa cosa. In un contratto di lavoro bisogna indicare le ore di lavoro. Parlando di quelle cose che non sono insegnamento, la percezione che i compiti sono cresciuti nel corso del tempo (elenca tutti i compiti). Poi ci sono tutti gli adempimenti della fine delle lezioni. Scrivere i rapporti serve se qualcuno li legge, ma l’impressione è che queste cose finiscano in un cassetto, il peggior difetto della burocrazia. Il mio sospetto è che non vengano nemmeno letti. Servono effettivamente queste cose? Siamo anomali rispetto agli altri Paesi. In media gli insegnanti italiani sono meno pagati anche tenendo conto del diverso reddito pro capite, non tanto a inizio carriera quanto dopo. Pnrr? Ci sono soldi per l’istruzione ma non ce ne sono abbastanza”.
Rino Di Meglio, coordinatore della Gilda degli Insegnanti, ha ribadito il concetto: “Cottarelli ha centrato perfettamente il problema, sono sicuro che le carte prodotte non le legga nessuno. Queste questioni andrebbero portate al tavolo contrattuale anche se poi non vengono osservate. Nel Pnrr non ci sono i soldi per le persone, ci sono i soldi per le cose. Nel 2020 i commissari sono cambiati 3-4 volte perché non ci sono i soldi per pagarli. Spendiamo milioni per l’informatizzazione ma gli insegnanti devono sempre compilare gli stessi allegati da trent’anni”.
Anche Carmela Bucalo, componente Commissione Lavoro alla Camera (Fratelli d’Italia) spiega dall’interno le varie problematiche legate alla burocrazia: “I problemi delle scuole? Le segreterie sono in tilt, adempimenti continui. Il sistema di reclutamento è fallace. Le risposte multiple non sono la formula giusta. Sono un Dsga e in questi anni ho subito un aumento di questo sistema avulso. Scadenze e adempimenti che spesso non hanno alcune finalità. Ho visto docenti distrutti in questi anni, distolti dalla loro funzione didattica. Per non parlare dell’alternanza scuola-lavoro, ore per trovare le ditte, fare contratti. I ds in questi anni hanno fatto tutto, gli ingegneri, si sono sostituiti alle Asl, siamo a un punto di non ritorno. A cosa serve la certificazione di qualità delle scuole. Gli istituti sono diventati delle aziende, difficili da gestire”.
Mario Pittoni, responsabile dipartimento istruzione della Lega, individua due problemi urgenti:
“Due cose da risolvere: intanto i percorsi formativi abilitanti. I vecchi precari storici sono penalizzati hanno ancora più difficoltà dei ragazzi a superare questi test. I giovani toglieranno loro il posto. Non solo non avranno il ruolo ma rischieranno di cambiare mestiere. L’altro problema è il concorso. Il Ministro si è impegnato per gennaio, il rischio è di partorire un qualcosa di non approfondito che rischia di essere devastante. Fondamentale il massimo impegno sulla strutturazione di un meccanismo che deve valere per anni. Non possiamo sbagliare questi due passaggi”.