Si sono moltiplicate, a livello comunitario, le scuole di matrice e formazione secondaria ed universitaria che curano i temi dell’investimento e dell’imprenditoria. Il calo del numero di imprenditori privati è un elemento che mette in guardia da un calo produttivo complessivo, da un monopolio sulle produzioni strategiche in mano sempre agli stessi soggetti con le medesime tecnologie e da una fondamentale differenziazione degli investimenti e delle forme di realizzazione dell’imprenditoria.
Le scuole di business presentano tale fine: formare studenti a non concepire un futuro lavorativo nel tessuto sociale dei dipendenti, ma fornire loro degli strumenti atti alla gestione strategica dei capitali che incontrano le esigenze di consumo del mondo contemporaneo in continua fluttuazione. Il Financial Times ha reso noto, in un approfondimento edito ieri 13 settembre, un elenco di scuole ed istituti di formazione superiore europei che dominano il ranking globale di questa categoria di istituti. È inclusa anche la LUISS e la Business School del capoluogo romagnolo.
Le business school europee dominano con i migliori master nei programmi di gestione offerti in tutto il mondo, con le sole istituzioni francesi che offrono quattro degli 11 corsi di alto livello e quasi un quarto dei primi 100 nella classifica 2022 del Financial Times. San Gallo in Svizzera ha mantenuto il suo status di istituto al primo posto per il 12° anno consecutivo, con le francesi HEC Paris, ESCP, Essec ed EMlyon tutte al primo livello insieme alle scuole di Paesi Bassi, Svezia, Regno Unito, Irlanda e Germania, ma anche Tsinghua in Cina, per la prima volta.
L’Europa ha aperto la strada al Master in Management (MiM), che è studiato principalmente per chi non ha una precedente esperienza professionale ed inserimento fattivo nel mercato del lavoro. Ma competitors formativi forti sono emersi altrove: per i programmi MBA negli Stati Uniti e in Canada, così come istituzioni in Australia, India, Marocco, Russia, Singapore e Taiwan.
C’è una forte domanda accademica e formativa da parte degli studenti per corsi offerti in più località, con programmi congiunti di alto livello quest’anno da IQS/LMU/FJU tra Spagna, Stati Uniti e Taiwan; Deusto/Audencia/Bradford in Spagna, Francia e Regno Unito. Differenti diplomi, non così apprezzati come quelli europei, sono erogati presso gli USA.
Con un balzo di 23 posti, la scuola di Roma è la più in rialzo, al 53° posto, dichiara il quotidiano Financial Times. Il balzo è dovuto al miglioramento delle performance in varie categorie, in particolare retribuzione media, aumento salariale e avanzamento di carriera.
Difatti numerosi studenti che hanno ottenuto in loco titoli accademici hanno immediatamente ricevuto un posto di lavoro stabile e retribuito: questo costituisce, assieme alla complessiva qualità didattica dei corsi offerti, un elemento cruciale per il calcolo del ranking suddetto. La Business School di Bologna si conferma una tra le prime in Italia, nonostante il recente rinnovo, per i corsi offerti e per le aspettative salariali e professionali, riferisce il Financial Times.
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