Nel giorno della mobilitazione internazionale giovanile sul clima rischio, il ministro dell’Istruzione si rivolge ai “giovani”, perché coltivando le loro “attitudini possano trovare strade per esprimersi e non rimanere incompiute, per avere un futuro ed essere felici”. E manda anche frecciatine al Partito Democratico, per come ha gestito la scuola durante la passata legislatura.
Marco Bussetti ha parlato ad Ancona, rivolgendosi agli studenti di Udu-Gulliver che manifestavano fuori dall’Università Politecnica delle Marche per via del sottofinanziamento dell’istruzione, mentre si celebrava l’apertura dell’anno accademico, nel 50esimo anniversario dalla fondazione alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella.
“Tutto il nostro lavoro – ha dichiarato il ministro leghista- è incentrato su di loro: perché noi stiamo lavorando non solo in campo universitario e della ricerca ma anche dell’istruzione pensando prima ai bisogni degli studenti e poi del sistema e dell’organizzazione”
Bussetti manda, quindi, una bella ‘frecciata’ al Partito Democratico: “Noi abbiamo un po’ invertito i termini rispetto al governo precedente che metteva magari più attenzione ad altri aspetti, mentre noi riteniamo che gli studenti debbano essere al centro del nostro lavoro“.
Il riferimento, probabilmente, è all’alta mole di norme che con la Buona Scuola sono state introdotte per l’organizzazione scolastica e del personale, che solo indirettamente avrebbero avuto un’incidenza sugli studenti.
Il titolare del Miur ha quindi parlato di Università: “nelle Marche e in tutte le università italiane – ha detto – abbiamo contribuito ad aumentare il numero dei ricercatori. Non è un segnale, è un lavoro che stiamo conducendo insieme ai magnifici rettori con cui si sta collaborando proprio per efficientare il sistema e per rendere più qualificata la nostra università”.
“Sono convinto che sia necessario ripartire dal sapere, valorizzando la cultura, per progettare un futuro di benessere per un nuovo corso per l’Italia e l’Europa”, ha detto ancora Marco Bussetti.
Bussetti ha puntato poi sulla grande “competizione internazionale” che fa sorgere la necessità di “puntare all’eccellenza e di fare sistema per competere e produrre benessere collettivo”.
“Il progresso economico – ha concluso il ministro – si deve tradurre in benessere per la società: la ricerca deve essere motore di innovazione e l’università deve avere ruolo decisivo per il futuro”.
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