“Quello che vogliamo è consentire chi insegna da più di tre anni a tempo determinato di potersi finalmente abilitare e partecipare a procedure concorsuali che tengano conto della loro esperienza”: è questo il piano escogitato dal ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ad un mese esatto dall’intesa con il premier Giuseppe Conte con i sindacati. Nel giorno dell’antivigilia del rinnovo delle elezioni europee, lo stesso Bussetti ha infatti annunciato “misure uniche e straordinarie per la stabilizzazione del precariato storico e sì percorsi abilitanti aperti a tutti coloro che hanno acquisito adeguata esperienza, con selezione in uscita come nel 2013″.
Il giorno dopo, sulla Stampa, il titolare del Miur ha ricordato che “il superamento del precariato era già nel contratto di governo, siglato oltre un anno fa. Ciò che è indegno è l’alto numero di precari nella scuola, e indegno è far vivere una persona a lungo nell’incertezza”.
Ecco perchè è giunto il via libera per i Pas e i concorsi riservati a chi ha svolto almeno 36 mesi di supplenze.
“Lavoreremo affinché si svolga un percorso serio di abilitazione per i precari che è frutto di un’interlocuzione che va avanti da tempo con i sindacati”.
Per poi sottolineare: “Questo Governo ha già dimostrato di non fare promesse a vuoto”.
Il responsabile del dicastero di viale Trastevere ha anche confermato l’intenzione di incrementare gli stipendi: “con l’accordo del 24 aprile – ha tagliato corto – abbiamo garantito il nostro impegno a trovare risorse in più per il rinnovo del contratto. Aumentare gli stipendi del personale scolastico è doveroso. Ce ne stiamo occupando”.
Ed è bene che la nuova politica riguardi tutto il personale. I docenti e il personale amministrativo, tecnico e ausiliario si aspettano aumenti a tre cifre: possibilmente netti. Ancora di più ora che i dirigenti scolastici hanno ottenuto quasi 350 euro netti, a regime, di incrementi salariali. Una notizia che all’interno del corpo docente ha creato più di un malumore.
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