Secondo il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, intervistato da Repubblica, “la Maturità 2019 non sarà difficile, d’altro canto non lo è mai stata. Con tutti quei promossi, il 99,6 per cento ogni anno” e l’esame andava rivisto “perché obbligati da una legge varata nel 2017 dalla ministra Fedeli. Dovevamo renderla operativa, lavorare sui dettagli”, quindi non sarebbe servito neppure muoversi con un anno di anticipo”, per preparare meglio gli studenti alla modifica, perché “i ragazzi di quarta sono presi dal loro anno scolastico, avrebbero pensato alla Maturità soltanto in quinta. L’orizzonte di un diciottenne è la stagione”.
Il ministro spiega che le modalità del nuovo esame saranno spiegate “il 19 febbraio, con la prima simulazione”, tra cui il Latin-Greco, ma avverte che “la vera questione, però, è la prova del Liceo scientifico”, la Mate-Fisica: “Quest’anno, anche senza riforma, sarebbe uscita Fisica. Un obbligo. Non esce mai e siamo qui per dare un segnale di serietà. A quel punto, meglio offrirla insieme alla Matematica, che poi è la disciplina naturale per risolvere un problema di Fisica. Con i giusti pesi. La materia cui gli studenti dello scientifico dedicano più ore in classe, cioè la Matematica, avrà maggiore importanza nello svolgimento della prova”.
Il ministro, poi, difende l’esame di Maturità, perché “serve. Dobbiamo insegnare ai ragazzi ad affrontare le prove, a faticare per superare la crisi, altrimenti non cresceranno mai. La vita ti dà problemi e ti chiede di risolverli. Direi anzi che la Maturità arriva tardi: dovremmo introdurre test intermedi, non selettivi”.
La Maturità 2019 sarà “più giusta, con gli stessi tempi per tutti negli scritti e nell’interrogazione finale. Si è fatta ironia sull’orale che parte con la scelta di una busta fra tre, ma questo sorteggio garantisce imparzialità. Non ci sarà più un candidato cui la commissione dirà: ‘Scelga un tema a piacere’ e un altro che dovrà rispondere sul Risorgimento. Equità. E con le griglie nazionali non ci saranno differenze di valutazione tra Nord e Sud. Ho visto il lavoro della Fondazione Agnelli, nell’Italia meridionale gli standard scolastici restano inferiori e i voti della Maturità superiori. Non si spiega”.
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