La provenienza politica leghista del ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, non sembra incidere più di tanto sul ruolo che ricopre. A prevalere in lui è l’attuale ruolo di rilevanza istituzionale che ricopre. Parlando il 9 luglio alla Reggia di Portici, vicino Napoli, alla presentazione del corso di laurea in Scienze Gastronomiche Mediterranee promosso dall’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’, il responsabile del Miur ha tenuto a parlare di Italia unita e senza divisioni territoriali o regionali.
“Noi siamo l’Italia – ha detto Bussetti -: sento ogni tanto la parola meridionale, settentrionale. No. Io non riesco a ragionare più in questo modo. Noi siamo l’Italia, tutti insieme. E noi dobbiamo far valere le nostre qualità e capacità”.
Il primo “inquilino” del dicastero di Viale Trastevere ha quindi ringraziato autorità, docenti, responsabili di strutture alberghiere e chef: “non solo state dando una immagine forte e anche, da un punto di vista emotivo, sentita a questo territorio. Ma lo state dando al made in Italy”, ha ribadito il ministro.
Si tratta di una posizione, quella del nuovo ministro, a capo del Miur da poco più di un mese, che potrebbe avere ripercussioni rilevanti e su politiche di diverso tipo. Anche se sul reclutamento, l’intenzione del Governo sembra quella di spingere per una selezione ed un’assunzione di carattere regionale e non più su scala nazionale.
Bussetti ha quindi parlato dei cambiamenti in arrivo sulle esperienze di contatto con il mondo del lavoro, da parte dei nostri studenti del triennio finale delle scuole superiori: “è una alternanza che sarà più mirata all’orientamento e alla possibilità di avere un effetto sociale importante nei confronti dei nostri studenti”, ha annunciato il responsabile del Miur, facendo intendere che alcune delle novità dovrebbero trovare spazio già a partire dal prossimo anno scolastico.
In tanti si attendono una riduzione dell’impegno orario triennale di alternanza scuola-lavoro, soprattutto nei licei.
Staremo a vedere se si agirà in questa direzione, probabilmente chiedendo alle scuole superiori, nel contempo, maggiori garanzie formative da produrre, per gli studenti, a seguito delle esperienze di stage e di raccordo con il mondo del lavoro.
Tale ipotesi, tra l’altro, se si dovesse realizzare non andrebbe a costituire una novità clamorosa: lo stesso ministro Bussetti ha infatti più volte dichiarato pubblicamente, al pari degli altri esponenti del Governo M5S-Lega, che l’alternanza scuola lavoro come impostata dalla Legge 107 del 2015 andava perlomeno rivista.
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