Pubblicato nella mattinata del 22 dicembre l’atto di indirizzo ministeriale con le priorità politiche per il 2019, 11 in tutto: edilizia scolastica, inclusione e contrasto alla dispersione scolastica, ridefinizione dell’alternanza scuola-lavoro, reclutamento e formazione del personale della scuola, attività sportive scolastiche, diritto allo studio, formazione superiore e ricerca, internazionalizzazione della formazione superiore e della ricerca, valorizzazione del sistema di valutazione nazionale, prevenzione della corruzione e trasparenza, politiche di coesione e dei programmi comunitari nel settore istruzione.
“Si tratta di temi su cui stiamo lavorando sin dal mio insediamento con pragmatismo e responsabilità e rispetto ai quali vogliamo imprimere un’ulteriore accelerazione – dichiara Bussetti – Sono questioni centrali nei settori di competenza di questo Ministero ed è nostra intenzione impegnarci per trovare soluzioni attese da anni o per migliorare il sistema, soprattutto dove presenta criticità e punti di debolezza”.
Fra gli “annunci” del Ministro vale la pena ricordare soprattutto l’intenzione di “assicurare agli studenti con una disabilità una maggiore continuità didattica, anche quando il loro docente di sostegno non è di ruolo”, affermazione peraltro un po’ singolare se si considera che non più tardi di qualche giorno fa il Ministro stesso aveva ricordato che l’insegnante di sostegno deve essere considerato docente della classe e non dell’alunno.
Confermati il “più tempo scuola” e la “ridefinizione dell’alternanza scuola-lavoro” (ma non aveva cambiato nome in “percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” ?).
Non entusiasmerà il mondo della scuola il punto relativo alla valutazione del sistema e all’Invalsi dal momento che si parla di “analizzare nel dettaglio gli esiti della valutazione del sistema educativo di istruzione, con attenzione particolare alle rilevazioni nazionali degli apprendimenti, alla valutazione delle istituzioni scolastiche e alla valutazione della dirigenza scolastica, per definire, poi, nuove priorità strategiche da perseguire nel triennio 2019/2022 e proporre eventuali regolazioni del Sistema Nazionale di Valutazione”.
Per il resto il documento non sembra contenere riferimenti di particolare novità.
Insomma, ad una prima lettura, l’atto di indirizzo sembra richiamare un po’ la ben nota “politica del cacciavite” che il ministro Fioroni aveva deciso di seguire per rivedere la riforma Moratti che era stata osteggiata da gran parte dei docenti.
Nulla, comunque, che possa far parlare di una vera e propria inversione di tendenza rispetto alla legge 107, come invece in molti si auguravano e si augurano.