Intervento del Ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, a Radio 24 durante la trasmissione di Oscar Giannino, “La versione di Oscar”.
Diversi gli argomenti trattati dal titolare del dicastero di Viale Trastevere. Il primo problema riguarda quello delle pensioni, così come già trattato da La Tecnica della Scuola. Fino al 2017, lo ricordiamo, era compito degli uffici scolastici regionali raccogliere le certificazioni e inviare tutto all’Inps per avviare la pratica di pensionamento: ora tocca invece tutto alla stessa Inps con ritardi considerevoli.
“Questo è un fenomeno che non è nuovo, c’era l’anno scorso e in parte l’anno prima. Non è che scopriamo oggi che ci sono numerose persone che devono andare in pensione e che le pratiche sono passate all’Inps. E che oltretutto l’Inps segue regole che non sono quelle che utilizzavano prima gli uffici provinciali. L’anno scorso siamo riusciti a risolverlo e credo che riusciremo anche quest’anno, anche se i numeri sono maggiori. La prima cosa che ho fatto sapendo che c’era questo problema è stato mettermi in contatto con il presidente dell’Inps Boeri e mi sono incontrato con i vertici dell’Inps che si sono subito attivati per cercare di arrivare a questa conclusione. Anche perché poi esiste anche l’altro problema relativo all’anagrafe contributiva che doveva essere risolto”, ha detto Marco Bussetti.
“L’anno commerciale si compone di 360 giorni e quindi parliamo di 5 giorni di lavoro in meno conteggiati, che per 40 anni di servizio fanno 200 giorni. Queste sono regole dell’Inps e non del Ministero. Docenti che pensavano di poter andare in pensione si trovano a dover fare un anno in più di servizio. Qualcuno l’ha saputo all’ultimo momento. Ma non è un tema attuale. Ma si doveva già prevedere che quest’anno i numeri sarebbero stati maggiori, perché le immissioni in ruolo corposo sono avvenute alla fine degli anni Settanta e inizio anni Ottanta facendo un calcolo aritmetico questo è il periodo in cui arrivano ad avere il massimo contributivo per avere la giusta e meritata pensione. E’ un tema questo a cui tengo tantissimo, quello dei diritti dei lavoratori che ritengo fondamentali. Purtroppo si tratta di un calcolo che adotta l’Inps e a cui ci dobbiamo adeguare”, ha aggiunto.
Diplomati magistrale – “Risolveremo il problema rispettando la sentenza. Vorrei trovare una soluzione equa per i diplomati magistrale, tenendo conto anche dei diritti dei laureati di scienze della formazione primaria”, ha concluso il ministro.
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