A margine del congresso Fidae, il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti è intervenuto sulla querelle riguardante il crocifisso e il presepe nelle aule scolastiche. Sull’argomento Bussetti è chiaro: “Il Crocifisso per me è il simbolo della nostra storia, della nostra cultura, delle nostre tradizioni: non vedo che fastidio possa dare nelle nostre aule scolastiche anzi, può aiutare a far riflettere”. E sul presepe: “Sono favorevole, fa parte della nostra identità”.
Una posizione che Bussetti aveva espresso già negli scorsi giorni, sottolineando come per lui il crocifisso sia un “segno che è giusto che sia nelle aule scolastiche”, dopo le polemiche per quanto accaduto Fiumicino, sulla presunta sparizione dei crocifissi dalle aule (poi smentita).
Nel veneziano, però, accade che il presepe sia vietato in alcune scuole. La preside – spiega la stampa locale – avrebbe giustificato la decisione con la mancanza di fondi. Ma questo ha fatto inalberare la Lega, la quale ha ricordato che esiste uno stanziamento della Regione Veneto di 50mila euro alle scuole proprio per realizzare i presepi di Natale.
“Se davvero a Favaro Veneto una preside ha stabilito di vietare il presepe nella scuola si sarebbe davanti a un fatto preoccupante. Noi della Lega ci opporremo con fermezza” afferma il deputato leghista Alex Bazzaro.
Sulla stessa linea il consigliere regionale del gruppo ‘Zaia presidente’, Gabriele Michieletto: “chi osteggia i presepi nelle scuole del Veneto – afferma – è contro la nostra storia e i nostri valori. Se, poi, questo diniego arrivasse direttamente da un funzionario scolastico il fatto sarebbe gravissimo”.
Nei giorni scorsi, il Comune di Trieste aveva deciso di rimettere il crocifisso nelle scuole. Decisione che aveva trovato il plauso della Chiesa locale: “Il Crocifisso non è solo il simbolo della Chiesa Cattolica ma dell’intera cultura europea occidentale e orientale”, “non offende nessuno, anzi insegna a tutti il perdono e la non violenza”, così Ettore Malnati, vicario episcopale per laicato e cultura della diocesi della città friulana.
Su queste vicende sono intervenuti anche la Cgil e la Uil Scuola, chiedendo alla politica di “non dettare la linea” agli istituti scolastici. “La laicità è il principio cardine della scuola statale del nostro Paese – ha detto il segretario scuola Uil Pino Turi – le nostre istituzioni scolastiche trovano, nella costituzione, la legittimazione piena della loro funzione, la garanzia della loro autonomia e indipendenza”.
La questione del crocifisso a scuola è una questione che ha provocato in passato aspre polemiche, anche perché la norma vigente è del 1924 (modificata nel 1928), quindi in epoca fascista.
Ad oggi, infatti, il crocifisso nelle aule scolastiche è previsto dall’art. 118 del Regio decreto 30 aprile 1924, n. 965. e dal Regio decreto 26 aprile 1928, n. 1297.
I due regi decreti non sono mai abrogati (e dunque sono ancora in vigore) e sono relativi rispettivamente alle scuole elementari e medie, sugli arredi scolastici delle aule, dove il crocifisso figura insieme con il ritratto del re d’Italia (con la Repubblica, aggiornato con il ritratto del presidente). Non ci sono chiare indicazioni normative per le scuole materne, superiori ed università.
I tribunali civili, però, si sono detti non competenti a giudicare in materia: poiché le indicazioni del Miur non sono vere e proprie leggi civili, ma provvedimenti interni alla scuola, la competenza, dunque spetta ai vari tribunali amministrativi.
Il Consiglio di Stato si è pronunciato a favore della presenza del crocifisso nelle aule con un parere del 1988 e uno del 2006.
La proposta di legge, n. 387, depositata lo scorso 26 marzo, presentata dalla Lega, mira a disciplinare l’esposizione del crocifisso in tutti gli uffici della pubblica amministrazione e nelle aule delle scuole di ogni ordine e grado e delle università e accademie del sistema pubblico integrato d’istruzione.
Il disegno di legge è composto in tutto da 5 articoli: all’articolo 1 vengono enunciati i principi del provvedimento, all’articolo 2 le finalità, all’articolo 3 si disciplina l’esposizione del crocefisso nei luoghi pubblici, all’articolo 4 le sanzioni previste per chi lo rimuove e infine, all’articolo 5, si disciplina l’entrata in vigore della legge.
“Le ripetute polemiche relative alla presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche, documentate dalla stampa e dai mezzi di comunicazione nazionali, hanno profondamente ferito il significato non solo religioso del Crocifisso, ma anche e soprattutto quale «simbolo della civiltà e della cultura cristiana, nella sua radice storica, come valore universale, indipendentemente da una specifica confessione religiosa», così come già aveva autorevolmente sostenuto il Consiglio di Stato, nel parere n. 63, espresso in data 27 aprile 1988″, scrive la deputata Barbara Saltamartini, prima firmataria della proposta, nella relazione a corredo della proposta di legge.
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