Il ministro dell’Istruzione torna parlare dell’impegno delle scuole del Sud, ribadendo che non ce l’aveva con il personale, esalta la regionalizzazione e sostiene anche che la scuola deve rinnovarsi. Marco Bussetti la ha fatto dal palco del convegno della Cisl Scuola “Guardare il mondo con occhi nuovi”, svolto il 19 febbraio all’Auditorium di via Rieti a Roma.
Tornando sulle sue dichiarazioni pronunciate qualche giorno fa, quando in visita in un istituto della Campania, a Caivano, ha detto alle scuole meridionali che per colmare il gap con il Nord serve “più sacrificio, più lavoro, più impegno” e che “vi dovete impegnare forte”, Bussetti ha tenuto a precisare: “Le mie parole sono state strumentalizzate: non ho mai citato il personale scolastico che ha tutto il mio supporto”.
“I fatti – ha continuato il titolare del Miur – sono più forti di qualunque strumentalizzazione. Non mi faccio intimidire” dalle polemiche e dai fraintendimenti, ha tenuto a precisare.
Poi il ministro ha aggiunto: “recentemente ho visitato una realtà difficile come quella di Caivano per testimoniare che lo Stato c’è, è presente. Ho voluto essere vicino simbolicamente a tutti i dirigenti scolastici, i docenti, il personale tecnico e amministrativo, gli studenti e le famiglie che ogni giorno in condizioni sociali ed economiche disagiate dedicano la loro vita al servizio della scuola e della comunità”.
“È grazie al loro lavoro, al loro impegno, al loro sacrificio se i giovani in molte zone difficili e periferiche del Paese, al Nord come al Centro e al Sud dell’Italia, non hanno perso la speranza e hanno ancora un futuro. Li ringrazio quindi dal profondo del cuore”.
“Sottolineo che le mie parole dell’altro giorno sono state strumentalizzate: non ho mai citato il personale scolastico: dirigenti scolastici, docente, personale amministrativo hanno tutto il mio supporto e sono consapevole dello straordinario lavoro che svolgono quotidianamente. Farò tutto quello che posso per aiutarli e sostenerli”.
Poi è entrato nel merito della questione: “Andiamo a vedere però oltre a quanto si spende e quanti fondi sono necessari anche come vengono ripartiti sul territorio e come vengono spesi. Ovunque. Il problema della scuola, e in generale degli investimenti pubblici, riguarda anche e soprattutto il tema della qualità della spesa, oltre che dello stanziamento delle risorse”.
“Colgo l’occasione per ribadire quello che vado dicendo fin dal mio insediamento e che ho dimostrato con i fatti con il mio operato da Ministro, sia ascoltando e visitando i territori di tutta la Penisola, sia attraverso gli strumenti politici a mia disposizione”.
“Esiste la scuola italiana, e tutti noi – ha aggiunto Bussetti – dobbiamo impegnarci a fondo affinché in tutti i differenti territori italiani i nostri ragazzi abbiano quello che gli spetta di diritto: la possibilità di costruirsi un presente e un futuro degno di essere vissuto conforme ai loro desideri e alle loro inclinazioni personali. I fatti sono più forti di qualsiasi strumentalizzazione politica messa in campo contro di me. Non mi faccio intimidire e vado avanti per il bene della scuola e dei nostri giovani”.
Parlando in generale dell’istruzione pubblica in Italia, ha poi detto che “è necessario che la scuola si rinnovi. Deve tornare ad essere il centro propulsivo della società. Tuttavia è giusto affermare che il livello scolastico del nostro Paese è alto, anzi è tra i migliori al mondo”.
Intervistato a margine dell’intervento, il responsabile del Miur è tornato sulla regionalizzazione: “L’autonomia – ha detto – rappresenta una opportunità che potrà essere valutata da tutti in tutte le forme e tutti gli aspetti, siamo solo all’inizio. Le parti sociali saranno interessate come tutti gli attori del mondo della scuola. La discussione è aperta”.
“Come lo è stata l’autonomia scolastica anche questa potrà essere un’opportunità, ma vedremo se si realizzerà. Ne stiamo parlando e stiamo affrontando il tema”, ha tagliato corto Bussetti.
A rispondere al ministro sulla regionalizzazione è stata, immediatamente, la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi: caro ministro, ha detto la sindacalista, “le chiediamo pubblicamente un grande impegno. Le chiediamo di farsi carico del valore scuola e farla diventare la scuola italiana un po’ più simile a quella della provincia di Milano dove lei ha lavorato. Riportando quel modello a una scuola italiana che è unica e indivisibile”.
Nella dedica al libro “Guardare il mondo con occhi nuovi” regalato al ministro, si legge: “Per uno sguardo unico e unificante per la scuola del Paese”, che è stato anche il titolo del convegno, la Gissi ha detto al ministro: “Lei può fare questo è può fare la differenza”.
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