Finisce in Parlamento la vicenda del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti raccontata dal settimanale L’Espresso, pubblicata il 17 febbraio scorso, che avrebbero collocato la carriera dell’attuale titolare del Miur “trainata dal Carroccio” e considerato vicino al vicepremier Matteo Salvini, al punto di avere “riempito il ministero di uomini di sua fiducia, tutti provenienti dalla Lombardia, affiancando al ministro novello più di un burocrate esperto”.
Sull’accaduto, il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni ha posto al premier Giuseppe Conte un’interrogazione parlamentare del gruppo di Liberi e Uguali di cui è primo firmatario, nella quale chiede “cosa intende fare Palazzo Chigi dopo l’inchiesta del settimanale L’Espresso che evidenzia come l’attuale ministro dell’istruzione Bussetti abbia affidato molteplici incarichi ministeriali a tante vecchie conoscenze personali e di partito, arrivando così a ben 13 collaborazioni esterne, per una spesa totale di oltre mezzo milione di euro annui”.
“Questo comportamento – si legge nell’interrogazione- confligge con un governo che, almeno a parole, ha sempre sostenuto di voler assumere un atteggiamento sobrio e oculato nelle spese”.
“Inoltre – prosegue il leader di SI – la riorganizzazione della struttura amministrativa in corso al Miur secondo la stessa inchiesta, porterebbe alla creazione di nuove direzioni generali che con tutta probabilità verranno assegnate a persone di fiducia dello stesso Ministro, con il rischio, che possano essere ignorati i criteri legati al merito e alle competenze necessarie a svolgere incarichi dirigenziali all’interno del Ministero”.
“Infine, vogliamo sapere dal premier se non ritenga necessario, dopo questa ennesima vicenda che coinvolge il responsabile del dicastero di Viale Trastevere, intervenire in modo deciso e netto per un superamento di questa esperienza”, conclude Fratoianni.
A stretto giro di posta è arrivata la replica del dicastero di Viale Trastevere: fonti del Miur, riprese dall’Ansa, hanno fatto sapere che “contrariamente a quanto dichiarato dall’On. Nicola Fratoianni, che evidentemente si è guardato bene, prima di esprimersi, dal leggere i dati pubblicati sul sito istituzionale in attuazione della legge sulla trasparenza, lo staff del ministro Marco Bussetti costa ai contribuenti molto meno di quanto è costato quello dei precedenti Ministri, espressione di maggioranze di centrosinistra, Giannini e Fedeli. A conferma del fatto che il Governo Conte ha effettivamente ‘un atteggiamento sobrio e oculato nelle spese'”.
Sempre secondo le fonti dell’amministrazione scolastica centrale, “se si fosse adeguatamente informato, l’On. Fratoianni avrebbe saputo che il ministro Bussetti non ha mai effettuato spese di rappresentanza (altra accusa mossa dell’Espresso n.d.r.) e che, al momento del suo insediamento, ha rifiutato la carta di credito a lui spettante per pagare tali spese. A ciò deve essere aggiunto che le tredici collaborazioni esterne citate dall’On. Fratoianni sono largamente inferiori, per numero complessivo e costi, rispetto alla dotazione organica ed economico-finanziaria spettante al MIUR secondo le norme vigenti”
“Tutti i collaboratori dello staff – proseguono le fonti ministeriali – rispettano i requisiti previsti dalla legge per gli incarichi che ricoprono e i relativi provvedimenti di nomina sono stati regolarmente registrati dai competenti organismi pubblici deputati al controllo preventivo di legittimità ed economico-contabile. Quanto alla riorganizzazione della struttura amministrativa del Dicastero, prevista da una precisa previsione legislativa, essa sta procedendo nel rispetto del principio obbligatorio della neutralità finanziaria, come prescritto dalla norma, e porterà dunque a una razionalizzazione degli uffici dirigenziali”.
“Questo con l’obiettivo di modernizzare ed efficientare la macchina burocratica ministeriale, eliminando le attuali sovrapposizioni di competenze, causa di un aumento dei relativi costi di funzionamento, tra le Direzioni generali, conseguenti alla precedente riunificazione tra i distinti Ministeri dell’Istruzione e dell’Università e Ricerca. Tra l’altro, nello schema di riorganizzazione c’è uno snellimento degli uffici di gabinetto del Ministro, a tutto vantaggio della struttura amministrativa ministeriale. Questa scelta, nei recenti incontri sindacali, ha ottenuto il plauso delle organizzazioni maggiormente rappresentative del personale Miur”.
A replicare all’interrogazione parlamentare del segretario nazionale di Sinistra Italiana è anche il senatore della Lega Mario Pittoni, per il quale “i danni che la Sinistra ha creato alla scuola italiana non si cancellano con la sterile polemica di Fratoianni contro il ministro dell’Istruzione. Anzi, le sue accuse sono un autentico autogol”.
Pittoni, che è anche presidente della commissione Cultura a palazzo Madama, ricorda che “gli uffici in staff del ministro Bussetti hanno un costo assai inferiore rispetto a quanto fatto dal Pd la scorsa legislatura. Ridicola anche l’accusa al ministro di aver chiamato a sé collaboratori a lui fedeli, perché questa è appunto la ratio degli uffici di diretta collaborazione a cui si accede, per espressa previsione di legge, per chiamata diretta. Tant’è – conclude Pittoni – che alla cessazione dell’incarico del ministro cessano tutti gli incarichi di staff”.
In difesa di Marco Bussetti e il suo operato, si pone poi Rossano Sasso, deputato della Lega Nord, secondo la quale Nicola Fratoianni farebbe bene a pensare “alle spese che lo Stato italiano ha dovuto sostenere per il faraonico staff di comunicazione dell’allora Presidente della Camera, Laura Boldrini. Anche se c’è da dire che grazie a quell’investimento, gli italiani hanno potuto conoscere meglio la Boldrini e conseguentemente l’hanno opportunamente condannata all’irrilevanza politica”.
“E si ricordi quanti soldi pubblici spese inutilmente il Governatore Vendola in Puglia, e Fratoianni era un suo assessore”, conclude Sasso.
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