Per il ministro dell’Istruzione, la tutela dei giovani italiani è una priorità assoluta. “Regolare i flussi tutela innanzitutto chi cerca rifugio in Italia, avendone diritto. Penso anche, però, che il primo pensiero debba sempre essere quello di aiutare i nostri giovani affinché possano farsi una famiglia, avere dei figli, vivere con serenità il loro progetto di vita. La ritengo una priorità assoluta”. Le considerazioni di Bussetti, rilasciate al quotidiano La Stampa, stanno destando diverse reazioni contrariate. Soprattutto sui social. A non piacere è stata quella sottolineatura sul “primo pensiero” per i nostri ragazzi.
Eppure gli immigrati hanno portato un milione di iscritti
Bussetti si è così espresso rispondendo alla domanda se fosse il caso che il Governo si ponga il problema di regolare i flussi di immigrazione che negli ultimi due decenni hanno portato un milione di persone in più nelle classi: “la scuola – ha replicato – è il luogo principale di inclusione nella nostra società” e “voglio ribadire anche che questo governo non agisce in maniera pregiudiziale rispetto alla questione migratoria”.
Poi, è giunta la specifica sulle priorità da dare agli alunni ed in generali ai ragazzi di nazionalità italiana.
La riduzione di alunni non preoccupa
Durante l’intervista, Marco Bussetti ha anche affrontato il nodo della riduzione del tasso demografico, che l’anno prossimo farà mancare sui banchi quasi altri 70 mila allievi: è “una questione nota – ha detto -, la stiamo monitorando e la gestiremo. Ma non dobbiamo creare allarmismi: il nostro sistema di istruzione non verrà depotenziato. Anzi, l’obiettivo è offrire più scuola ai nostri ragazzi”, ha sottolineato il ministro facendo così intendere di volere andare incontro ai sindacati che temevano già riduzioni negli organici del personale.
Meno iscritti, occasione buona per puntare sulla qualità
Il calo degli iscritti, ha aggiunto invece Bussetti, “può essere l’occasione per dare più tempo scuola e una maggiore offerta formativa ai nostri bambini e ragazzi. Pensiamo al tempo pieno al Sud. O alle classi cosiddette “pollaio” che potranno essere eliminate. Sono così convinto di questo approccio, che stiamo per lanciare nuovi concorsi, vogliamo una nuova stagione di assunzioni”.