Politica scolastica

Bussetti: urgono nuove regole, esperti Miur al lavoro. Arriva revisione valutazione, docenza e organi collegiali?

Il ministero dell’Istruzione vuole cambiare le norme che governano la scuola: lo ha confermato il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, nel corso di un’intervista rilasciata il 2 gennaio al quotidiano ‘Il Messaggero’.

Il ministro: serve ordine

Al cronista che chiedeva quale tipo di lavoro svolgerà la “commissione di esperti per riscrivere il Testo Unico della scuola, fermo al 1994”, il responsabile del Miur ha risposto che le persone individuate dal ministero dell’Istruzione “devono mettere in ordine le norme degli ultimi 25 anni e sarà un’opera imponente di semplificazione che porterà a una maggiore chiarezza del quadro normativo”.

“Ci sarà poi – ha continuato Bussetti – una riflessione anche sul tema della valutazione e degli istituti che attualmente se ne occupano, sia nel mondo scolastico che nell’università. Vogliamo dare maggiore efficienza al sistema”.

Lo prevedeva già la Buona Scuola

Il progetto, del resto, era già previsto dalla Legge 107/2015: come già osservato, all’art.1, comma 180 veniva riportato che il Governo è delegato ad adottare, entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi al fine di provvedere al riordino, alla semplificazione e alla codificazione delle disposizioni legislative in materia di istruzione, anche in coordinamento con le disposizioni di cui alla presente legge.

Nel comma 181 della legge denominata Buona Scuola era stato disposto, in ragione delle deleghe rilasciate al Governo dal suddetto comma 180, proprio la delega per il riordino delle disposizioni normative in materia di sistema nazionale di istruzione e formazione attraverso anche la redazione di un testo unico delle disposizioni in materia di istruzione già contenute nel testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, nonché nelle altre fonti normative.

Invalsi, Anvur e Indire: cambi in vista

Ma quali sono le norme del decreto legislativo 297/94 che, nello specifico, andrà a modificare la commissione?

Per saperlo, può essere utile andare a vedere cosa contiene, nella bozza del disegno di legge Semplificazione, l’articolo sul capitolo dell’istruzione: in particolare, il Governo intende procedere verso una soppressione o fusione di Invalsi, Anvur e Indire, attraverso, si legge, “la razionalizzazione, eventualmente anche attraverso fusione o soppressione, di enti, agenzie, organismi comunque denominati, ivi compresi quelli preposti alla valutazione di scuola e università, ovvero attraverso alla trasformazione degli stessi in ufficio dello Stato o di altra amministrazione pubblica, salvo la necessità di preservarne l’autonomia, ovvero ancora liquidazione di quelli non più funzionali all’assolvimento dei compiti e delle funzioni cui sono preposti”.

Si vuole arrivare ad un nuovo Consiglio d’Istituto

Ma è soprattutto sul fronte degli organi collegiali, come già scritto dalla Tecnica della Scuola, che dovrebbero arrivare le novità più importanti e dirette su personale e studenti: l’intenzione, si legge sempre nel ddl, è procedere verso la “revisione della disciplina degli organi collegiali della scuola in modo da definirne competenze e responsabilità e ridefinendo ruolo, competenze e responsabilità dei dirigenti scolastici”.
Sembra, ma sono per il momento solo indiscrezioni, che si voglia ridimensionare la presenza dei genitori all’interno del Consiglio d’Istituto, nel quale potrebbe trovare spazio un esperto del mondo del lavoro.

Un’altra novità potrebbe arrivare sul fronte dei collaboratori dei dirigenti scolastici: l’idea è che non potranno più essere scelti in modo unilaterale del preside ma la nomina dovrà essere condivisa con il collegio dei docenti.

Casa cambierebbe per i docenti

Ma la vera new entry potrebbe riguardare il personale docente: andando a toccare l’autonomia scolastica, ha denunciato qualche settimana fa Pino Turi, leader della Uil Scuola, c’è il pericolo che venga meno il profilo di assoluta atipicità professionale degli insegnanti, che non ha nulla a che vedere con la figura impiegatizia.

Per vedere approvata questa riforma “ci vorranno anni – ci ha detto il sindacalista – ma bisogna tenere gli occhi aperti e le ‘antenne’ dritte: per questo, mi rivolgo a tutti coloro che tengono all’autonomia della scuola e di chi vi opera, quindi ai docenti, chi a chi ci lavora, alle famiglie, agli studenti”.

“E sempre per questi motivi – ha continuato Turi – ho parlato di convocazione permanente dei collegi dei docenti: l’obiettivo è monitorare, seguire e verificare eventuali modifiche legislative del decreto legislativo 297 del 1994”.

Certamente, nel 2019 non si farà in tempo ad approvare il testo del disegno di legge, trattandosi di temi strategici che comportano il confronto con un alto numero di istituzioni e parti coinvolte: di sicuro, però il Governo entro 365 giorni avrà scoperto le carte sull’argomento. A differenza di quanto accaduto sino ad oggi, poiché si è lavorato essenzialmente chiusi nelle stanze del dicastero di Viale Trastevere.

L’intreccio con la regionalizzazione di più istituzioni pubbliche

Il progetto del Governo, avevamo scritto, si intreccerebbe con quello della regionalizzazione  della scuola, come di altre istituzioni pubbliche, promossa dalla Lega e avvallata dal M5S: lo scorso 21 dicembre, il ddl ha compiuto il primo passo verso l’approvazione.

In quell’occasione la cosiddetta “autonomia differenziata” – prevista dall’articolo 116, terzo comma, della Costituzione ma in 70 anni mai attuata – è stata illustrata in Consiglio dei ministri, dando così il via alla discussione nei palazzi della politica nazionale sulla formazione delle leggi di stampo regionale, fornendo così ampia autonomia per la formazione delle norme su diversi ambiti, come l’istruzione, la salute, il lavoro, la salvaguardia dell’ambiente e del territorio.

Proprio quel giorno, la stessa Uil Scuola ha detto di essere “contraria in modo assoluto” verso l’attuazione del progetto, al punto di essere già pronta “allo sciopero generale per contrastate questa ipotesi”, appellandosi “alle più alte cariche istituzionali per un intervento che rimetta valori e priorità nel solco dell’unità nazionale e della democrazia partecipata”.

Gli altri possibili cambiamenti

Nel mirino del Governo, ma sono solo voci, vi sarebbe la volontà di contrastare la tendenza al trasferimento di nostri insegnanti, proprio attraverso appositi disincentivi normativi, al fine di agevolare anche la continuità didattica. Uno di tali strumenti, ci riferiscono importanti esponenti della Lega, è la regionalizzazione dell’Istruzione e una maggiore autonomia del sistema scolastico attuata con il decentramento.

Tra le possibilità novità, infine, vi sarebbe quella di aprire maggiormente le scuole al mondo dell’associazionismo della scuola e realizzare nuovi modelli di graduatorie per le supplenze

Alessandro Giuliani

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