Precari

Busta paga di un euro per un docente, stipendio mangiato da tasse. Uil Scuola: come si vive senza soldi per un mese?

Una brutta sorpresa per un docente precario: l’uomo, di Udine, ha percepito una busta paga di un euro netto, togliendo imposte e contributi vari. È un caso di “accanimento fiscale”, come lo definisce la Uil, “mangiando l’intero stipendio, a un lavoratore, che ora rischia persino di entrare nella lista dei ‘cattivi pagatori'”, denuncia Ugo Previti, segretario generale della Uil Scuola del Friuli Venezia Giulia.

Come riporta Il Gazzettino, il sindacalista ha aggiunto, in una nota, che quasi certamente questo caso non è neppure l’unico tra i supplenti, “poiché non tutti denunciano simili situazioni, ma sopportano in silenzio quando i loro stipendi vengono erosi da ricalcoli di bilancio ministeriali, ricevendo buste paga parziali anche per mesi, nonostante prestino puntualmente servizio in aula”.

Lo stipendio simbolico di 1 euro

“Lo ‘stipendio simbolico’ di 1 euro, apparentemente è frutto di un calcolo sul 730; è appunto simbolo di quanta poca considerazione lo Stato riserva ai docenti. Il ministero dell’Economia e delle Finanze ci deve ora spiegare come pensa che una persona possa vivere se improvvisamente perde l’intero stipendio per un mese. Persino le banche, spesso critiche perché guidate dalla ricerca del profitto, hanno l’accortezza di chiedere la ‘cessione del quinto’ dello stipendio come rientro dal debito, proprio per non strozzare il cittadino. Com’è possibile che lo Stato sia così incurante, invece, verso un proprio dipendente?”, ha concluso il segretario di Uil Scuola Fvg.

Il precedente nel 2024

Lo scorso mese di febbraio l’associazione dei collaboratori dei dirigenti scolastici Ancodis csoprì che il fenomeno degli stipendi fortemente decurtati, se non azzerati, per via del conguaglio fiscale, è tutt’altro che isolato: un sondaggio al quale hanno partecipato in poche ore oltre 500 docenti, presidi e Dsga, ha rivelato che oltre il 90% di chi ha spiegato di avere ricevuto una decurtazione che va da almeno 100 euro ad oltre 800 euro.

Nell’occasione, il leader Ancodis Rosolino Cicero chiese, rivolgendosi alla nostra testata: “perché si applicano questi conteggi senza preavviso? Perché per chi lavora nel comparto pubblico non sono previste mai rateizzazioni per il recupero dei debiti? Ma chi governa la pubblica amministrazione sa che togliere dallo stipendio così tanti soldi assieme può comportare seri problemi per la gestione delle famiglie, per il pagamento delle bollette, delle rate di mutuo e tanto altro?”.

Sempre febbraio, la decurtazione colpì diversi dei circa 50 mila neo-assunti (che lamentano tagli di diverse centinaia di euro). La maggior parte sono tuttavia insegnanti e Dsga di ruolo che nel corso dell’anno si spendono a scuola dietro a miriadi di impegni e progetti.

Redazione

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