Bring Your Own Device (BYOD), in italiano vuol dire “porta il tuo dispositivo”, in altre parole è un espressione che descrive tutte quelle politiche aziendali che consentono agli impiegati di utilizzare i propri dispositivi personali in ambiente di lavoro ( in questo caso nelle scuole agli studenti ).
Il valore aggiunto del BYOD è proprio l’aspetto inclusivo, ovvero la possibilità di lavorare a scuola per lo studente con tutto quello che è possibile utilizzare anche a casa. Il proprio familiare strumento può essere sempre a disposizione, facilitando sicuramente l’apprendimento.
Non è necessario l’acquisto di software di cui solo la scuola è in grado di possedere la licenza, ma tool interoperabili il cui impiego è possibile senza vincoli di spazio e di tempo per ricreare un ambiente aumentato oltre l’aula.
Il BYOD come tutte le pratiche didattiche presenta pro e contro:
A favore:
- gli studenti hanno già familiarità con le tecnologie così che possono focalizzarsi subito sull’apprendimento (non devono perdere tempo per imparare a usare un dispotivo)
- i device degli alunni sono spesso nuovissimi, così che la scuola non deve preoccuparsi delle sue tecnologie obsolete
- gli studenti dimenticano più facilmente il libro del loro smartphone è economico per la scuola
- aiuta a diffondere una cultura dell’uso appropriato delle tecnologie, anche in vista del futuro è più facile che gli studenti continuino a studiare (al di fuori delle mura scolastiche) sui loro dispositivi che non sui libri
- i docenti possono essere maggiormente connessi con gli studenti e le loro famiglie
- crea entusiasmo intorno alla scuola ed alla didattica
Contro
- si aprono nuove possibilità di distrazione (videogiochi, chat, etc)
- ci possono essere molte resistenze da parte dei genitori
- gli alunni spesso dimenticano di caricare i loro dispositivi
- bisogna creare un nuovo regolamento d’istituto sull’uso dei dispositivi
- le reti Wi-Fi delle scuole spesso non sono in grado di supportare il BYOD
- alcuni docenti potrebbero fare resistenza