Bring Your Own Device (BYOD), in italiano vuol dire “porta il tuo dispositivo”, in altre parole è un espressione che descrive tutte quelle politiche aziendali che consentono agli impiegati di utilizzare i propri dispositivi personali in ambiente di lavoro (in questo caso nelle scuole agli studenti). Il valore aggiunto del BYOD è proprio l’aspetto inclusivo, ovvero la possibilità di lavorare scuola per lo studente con tutto quello che è possibile utilizzare anche a casa. Il proprio familiare strumento può essere sempre a disposizione, facilitando sicuramente l’apprendimento.
I dispositivi sono ormai largamente disponibili anche tra i più giovani. Il mondo scolastico italiano è costituito da 800 mila insegnanti e da oltre 8 milioni di studenti. In particolare alle superiori è ragionevole pensare che tutti abbiano uno smartphone, un dato confermato da un documento di Save the Children e da una recente ricerca, secondo la quale l’età media del primo accesso ai dispositivi tecnologici è a 11 anni.
Il vantaggio nell’utilizzo della metodologia del BYOD è la riduzione dei costi per le istituzioni scolastiche, infatti, non è più necessario l’acquisto di uno o più dispositivi per ogni studente dal momento che ognuno utilizza quello che già possiede. Inoltre, considerando che gli studenti generalmente trattano meglio i device di loro proprietà rispetto a quelli pubblici o forniti da altri, diminuiscono anche gli eventuali costi di riparazione. Un altro aspetto da non sottovalutare è l’aggiornamento tecnologico, infatti, non sempre si riesce a stare al passo con le nuove tecnologie. Con l’utilizzo dei dispositivi tecnologici degli studenti, la scuola non si deve preoccupare di aggiornamenti frequenti e dispendiosi.
Di contro uno dei dubbi che sono più frequentemente evidenziati nell’uso del bring your own device risiede nel profilo della sicurezza dei device. Infatti, per una scuola è più difficile controllare che dispositivi non proprietari siano protetti da antivirus, per esempio, o che non presentino rischi di alcun tipo quando si archiviano dati sensibili o strategici e, ancora, il pericolo può venire dalle reti – locali, dati, WiFi, ecc. – a cui i dispositivi personali hanno liberamente accesso
Sulle riforme del ministro Valditara si sta creando un movimento contrario che sempre di più…
Alla vigilia dell’undicesima edizione di Didacta Italia, in programma dal 12 al 14 marzo alla…
Una delle domande più ricorrenti che giungono alla nostra redazione, riguardante i percorsi abilitanti 60…
Lunedì 3 marzo ha preso il via la somministrazione delle Prove nazionali Invalsi, un appuntamento…
Come molti sanno, da qualche giorno è iniziato il Ramadan, il mese sacro per le…
A far data dall’anno scolastico 2016/2017 la L. 107/2015, all’art. 1, c. 64, ha stabilito…