Queste affermazioni sono una cruda realtà dell’aria che tira nel nostro Paese, un’aria per nulla buona, che non riesce a dare alcuna prospettiva ai nostri giovani, se non quella della miseria e purtroppo anche della miserabilità. Il male del nostro Paese sta nel fatto che, nonostante la crisi economica, ci si divida tra chi è troppo “Amato” e chi invece è condannato ad essere per sempre miserabile.
Un conflitto generazionale che ha raggiunto limiti insostenibili e mette gli studenti italiani in profonda difficoltà. I nostri studenti si sentono inadeguati, mortificati, ma soprattutto hanno paura di affrontare il futuro. Questa triste realtà, intrisa di paura e rassegnazione, rende impossibile la missione degli insegnanti . I nostri studenti hanno bisogno di credere in qualcosa, di avere delle prospettive per il loro futuro, per potere apprendere ed imparare i modelli educativi, che con tantissimi sforzi i docenti insegnano.
Se manca la prospettiva futura o addirittura questa si materializza nel fantasma di un futuro di miserabilità che li condurrà a dormire in un auto piuttosto che in una comoda casa, come si può pretendere, su queste basi, di insegnare qualcosa di buono ai nostri studenti, in modo che questo rimanga in loro per sempre? Bisogna invertire la rotta, urgentemente e senza timori, decurtando le pensioni di chi è stato troppo “Amato” e investendo tutto quello che è possibile per il futuro dei nostri figli, in modo che tutti possano dormire al caldo e in modo confortevole.