Vorrei dire qualcosa a proposito degli stipendi degli insegnanti (parlo di quelli perché sono un docente, ma molte delle cose che scrivo sono valide, in generale, per tutti gli stipendi). Una volta esistevano: la scala mobile, il contratto collettivo di lavoro e gli scatti d’anzianità biennali (per qualcuno, i più sfortunati, si potrebbe anche dire che “una volta esistevano gli stipendi”).
La scala mobile (detta più propriamente “indennità di contingenza”) serviva a recuperare il potere d’acquisto perso dal salario a causa dell’inflazione. Venne abrogata tra il 1984 e il 1992 dai governi di Bettino Craxi e Giuliano Amato, con l’accordo dei sindacati, a causa del circolo vizioso che aveva generato, contribuendo alla continua crescita dell’inflazione.
Il contratto veniva rinnovato con una certa regolarità e, comunque, una volta stabiliti gli aumenti, erano corrisposti anche gli arretrati. In teoria, i contratti collettivi dovrebbero essere qualificati come un contratti di diritto comune che vincolano le parti firmatarie. Ma oggi non è più così, dal decreto Brunetta in poi (a proposito, questa è una “porcata” allo stesso livello del “Porcellum”) i contratti sono diventati “carta straccia” perché, ormai, possono essere tranquillamente, non solo, non rinnovati per anni e anni senza nessuna possibilità di recupero economico, ma anche superati da una legge che abroga o rende inefficaci alcune parti. Mi chiedo: che senso ha contrattare, negoziare, scioperare ecc. per un nuovo contratto che può essere reso assolutamente inesistente?
Gli scatti d’anzianità, sono quegli elementi della retribuzione che maturano periodicamente in funzione dell’anzianità di servizio, negli anni ’90 furono eliminati gli scatti di anzianità biennali e introdotti i “gradoni” settennali con l’obbligo di frequentare 100 ore di corsi di aggiornamento (almeno questi, per fortuna, aboliti).
Insegno dal 1988, fu l’anno dell’ultimo contratto “conveniente” per gli insegnanti. Era il periodo in cui, ancora, si potevano bloccare gli scrutini. Funzionò. Poi arrivarono gli anni ’90, Andreotti ci offrì 200mila lire di aumento. Rifiutammo. Poi in contratto non fu rinnovato, saltammo un tornata contrattuale (Che affare! Accidenti che bravi sindacalisti avevamo!). “Siamo in crisi” dicevano, “dobbiamo entrare in Europa, non ci sono soldi, ma meritereste molto di più”.
Ora, in questi ultimi anni, si è passati dal “dare sempre meno” al “togliere” e magari restituire qualcosina facendo anche la figura di regalarci qualcosa: è incredibile! Le “vertenze” sugli automatismi stipendiali non dovrebbero esistere perché si è già contrattato, si è già firmato, e le parti firmatarie dovrebbero essere vincolate da quanto hanno sottoscritto. O no?