I Convitti nazionali stanno vivendo anni difficili: il numero di istituti e di dipendenti assegnati si sta sempre più riducendo. E per il futuro le incertezze sono tante.
Secondo l’Unione sindacale di base, che il 28 marzo aveva organizzato Correggio (RE) in convegno ad hoc, costituendo un gruppo di lavoro nazionale di lavoratori per “sviluppare tutte le iniziative necessarie alla valorizzazione dell’esperienza didattica ed educativa dei Convitti”, c’è tenere alta la guardia.
Quella scelta della sede, spiega ora il sindacato, non è stata casuale, perchè proprio a Correggio “si è cercato di chiudere il convitto per via di atti amministrativi palesemente illegittimi: si voleva chiudere – sostiene l’Usb – una storia di accoglienza plurisecolare”. In diversi altri casi la chiusura però è arrivata. E dove si è salvata la struttura si è ridotto sensibilmente il numero di addetti: perchè la “crisi dei convitti in atto da anni e aggravata dall’assenza di un piano nazionale” si è acuita a seguito delle “stringenti regole per gli organici degli educatori determinate dall’articolo 20 del DPR 81/09”.
Il futuro, quindi, si presenta incerto. In tanti temono che il peggio debba ancora arrivare. Per questo motivo, sulla “questione organici vorremmo aprire un confronto con il MIUR: non ci risulta chiaro, difatti, quale sia l’orientamento ministeriale su quei ruoli specifici presenti nei convitti nazionali ed annessi come gli educatori, i guardarobieri, gli infermieri, i cuochi”. Molti addetti, con questi ruoli, si sono trovati in soprannumero. Con grossi problemi di ricollocazione.
Proprio con il DPR 81/09 l’organico degli educatori si é infatti assottigliato “in misura pericolosamente debilitante per gli istituti: molte delle chiusure e delle crisi degli ultimi anni sono da ascriversi a quella scelta, poiché la stessa ha costretto gli istituti a lavorare in regime di severa difficoltà, derogando sovente all’art.133 del CCNL 2006-2009”.
Il sindacato di base chiede quindi un confronto su questi temi: organici e gestione degli stessi, stato dell’applicazione normativa, e proiezione futura dei convitti. “Ci sembra ineludibile, alla luce del ruolo unico, ma non peculiare, che le istituzioni educative dello Stato svolgono nella Pubblica Istruzione e del fatto che essi – nel combinato disposto di alcuni provvedimenti di legge varati negli ultimi anni – rischiano di divenire presto un ricordo qualora non si intervenisse a sostegno delle legittime richieste di famiglie, studenti, lavoratori”.
Ora c’è da capire se l’amministrazione è disposta a discutere su un provvedimento legislativo non certo annullabile. Anche se con effetti deleteri per utenza, strutture e personale.
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