Dal dopoguerra ad oggi, seguendo mode ed interessi di gruppi di insegnanti, sono sorte decine e decine di associazioni, poi scomparse col mutare dei tempi e del clima politico.
Altre hanno accompagnato le carriere universitarie dei professori. Altre ancora hanno modificato il proprio statuto originario e da organismi promotori di ricerche didattiche e scientifiche sono andate al traino di interessi editoriali o si sono servite delle opportunità offerte dalla stessa amministrazione scolastica e universitaria.
Nulla di inedito e, se vogliamo, nulla di scandaloso.
Eppure, alcune di queste associazioni, oggi declinate con la scomparsa dei loro promotori, hanno segnato i tempi della scuola e dell’università italiana.
Ricorda chi scrive che una di queste associazioni pubblicò sulla propria rivista alcune proposte da sottoporre all’attenzione di parlamentari. La rivista finì nelle mani dei deputati componenti la commissione istruzione. Un onorevole chiese al collega che cosa significasse la sigla dell’associazione proponente e da che parte stesse politicamente. La risposta fu “è una associazione seria, che fa proposte serie e non chiede la luna nel pozzo”. Nel tempo molte di quelle proposte divennero realtà.
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