Tutto cambia. Tutto si adegua. Anche per gli ambiti più conservatori e legati alla tradizione. Così sta andando alla storica scuola montessoriana, dove il tablet sta lentamente trovando spazio nelle sezioni di asilo nido. In particolare, l’esperienza tecnologica è stata sperimentata presso il Mae. E, a quanto risulta, è la prima volta che avviene nelle Pubbliche Amministrazioni.
Il progetto sperimentale – avviato introducendo delle app didattiche seguendo i requisiti montessoriani – è stato presentato il 14 febbraio nel corso del convegno organizzato alla Farnesina da Aninsei, l’Associazione Nazionale degli Istituti Non Statali di Educazione e di Istruzione, sul tema, “Montessoriani e Nativi digitali, quali sfide per il metodo”.
“Abbiamo proposto ai bambini – ha spiegato Elisabetta Beolchini, direttrice del Nido del Mae e a capo del progetto – applicazioni di pittura, di musica con uno strumento, incastri piani, immagini e versi di animali – e due app che stiamo realizzando, una sull’inglese e una sulla musica, che rispettino i requisiti Montessori di chiarezza del compito, possibilità di ripetizione, immagine nitida e chiara su schermo neutro, stimolo sonoro che sia solo una voce chiara. Abbiamo scelto attività che abbiamo nella stanza in modo da comparare quelle digitali a quelle analogiche. Abbiamo posto il tablet sugli scaffali dopo averglielo fatto visionare”.
I risultati però non sono stati entusiasmanti. Almeno per ora. Travestimenti, giochi costruiti dai bimbi e puzzle reali battono la tecnologia. “Il tablet è stato ignorato, non tutti i giorni è stato usato e solo per una volta al giorno. Abbiamo notato – ha raccontato Elisabetta Beolchini – che il tempo dedicato a ogni attività è minore per le attività con il tablet – da 15 sec per la pianola a 2 minuti per la app di inglese – mentre i lavori manuali corrispondenti durano anche 15 minuti, e ancora di più se si calcola la preparazione e la conclusione del lavoro con annessa sistemazione del materiale che arriva anche a 30 minuti”.
“In realtà questo tablet è stato spento per tante giornate, era li, lo vedevano i bambini, lo spostavano e lo tenevano spento. Poi ogni tanto qualcuno lo ha preso, ma è accaduto non più di una volta al giorno, non tutti i giorni. Se però qualcuno lo prendeva poteva capitare che catalizzasse l’attenzione di altri bambini, anche con modalità aggressive. Interessante è stato il suo utilizzo per vedere tutti insieme immagini (osservare-ascoltare-dialogare) e credo che questa sia una potenzialità da far emergere”. Una cosa è certa comunque, a parere della direttrice dell’asilo: “device sì, ma con l’adulto che deve sorvegliare e quando necessario spegnere”.
Non tutti gli esperti si dicono però favorevoli all’utilizzo dei tablet in tenerissima età. Tra i contrari c’è la professoressa Anna Oliverio Ferraris dell’Università La Sapienza: “è inopportuna l’introduzione della tv negli asili nido, per di più se di vedute montessoriane. I bambini devono avere rapporti tridimensionali e relazionarsi con i 5 sensi. Nei primi 3 anni l’intelligenza si sviluppa se il bimbo è protagonista delle sue esperienze, non se segue qualcosa che non capisce bene cos’è. Il rumore di sottofondo non aiuta il bimbo a concentrarsi, perché lo distrae”. Ma la tecnologia, seppure lentamente, corre e si insinua. Anche sui banchi dei bambini più piccoli.
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