Le studentesse sono più interessate alle materie umanistiche piuttosto che quelle scientifiche. Il luogo comune sembra vacillare. Perché, se incoraggiate, le ragazze scelgono di proseguire il corso di studio proprio in una di quelle discipline, come la matematica e l’informatica, considerate da sempre la “bestia nera” per i nostri studenti, proprio a partire da quelli di sesso femminile.
A sconfessare quello che ancora è uno stereotipo di genere è il bilancio della prima esperienza del progetto del Dipartimento delle Pari Opportunità ‘In estate si imparano le Stem’, ossia i laboratori estivi di cultura scientifica e tecnologia.
In queste settimane – scrive l’Ansa – è in corso la seconda edizione e si stima che siano 25 mila gli studenti e le studentesse coinvolti; quest’ultime sono ben il 60% dei partecipanti.
La scarsa presenza femminile nei settori scientifici e tecnologici che attualmente sono quelli a più alto tasso di occupazione, condiziona anche la possibilità di una maggiore opportunità lavorativa per le donne.
Al momento, circa tre ragazze su quattro si iscrivono a corsi universitari nel settore umanistico contro appena il 37,6% dell’area scientifica.
Dall’indagine realizzata sulle scuole che hanno partecipato al progetto Stem (Science, Technology, Engineering, Mathematics), nel 2017 (188 scuole su le 209 vincitrici), emerge che a seguito della partecipazione ai campus estivi, molte studentesse (1.259 rispetto al totale delle partecipanti, 4422) hanno deciso di proseguire gli studi dell’anno successivo in una scuola tecnica o liceo scientifico e tecnologico l’anno; una scelta assunta dal 28% delle partecipanti.
E la partecipazione agli stessi laboratori ha visto una netta preferenza da parte delle femmine: 4.422 su 6.696, con soli 2.274 i maschi.
E appena il 6% delle scuole dichiara di aver avuto difficoltà a coinvolgere le bambine in questi corsi. Nell’estate 2017, sono state un centinaio le città italiane che attraverso le loro scuole hanno aderito all’iniziativa; sono state realizzate oltre 2 mila giornate laboratoriali e oltre 8 mila ore di formazione.
Il progetto Stem è promosso dal Dipartimento per le pari opportunità in collaborazione con il Miur ed enti pubblici e privati qualificati come università, enti di ricerca, musei, imprese; offre corsi estivi gratuiti su percorsi di approfondimento in matematica, cultura scientifica e tecnologica, informatica e coding (“programmazione informatica”) per alunni delle scuole elementari e medie. Sono oltre 100 le scuole hanno già avviato in questa estate corsi del progetto.
Nel complesso, nei due anni, sono 318 le scuole (301 statali e 17 paritarie) coinvolte; 3 milioni di euro le risorse destinate dal Dipartimento per le Pari Opportunità
Le scuole hanno riservato a soggetti svantaggiati il 30% dei posti del totale, quindi circa 655 bambini. Rispetto alle attività svolte, la maggior parte si è concentrata sul ‘coding’ (programmazione informatica) e la robotica educativa.
Nella maggior parte dei casi, sono stati utilizzati strumenti multimediali. I bambini ed i ragazzi sono stati impegnati, ad esempio, nella realizzazione di micro-robot utilizzati come strumenti musicali o per esaminare il Dna. Si sono cimentati nell’applicazione dei principi della matematica e dell’astronomia attraverso attività ludiche o hanno realizzato un sistema di orticoltura automatizzata tramite l’uso di stampanti 3D.
Molte scuole, ben 156, hanno poi deciso di inserire le attività realizzate durante i corsi estivi stem nei piani formativi dell’istituto.
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