E’ una nuvola grigia per tutti”, spiega Maurizio Pessato, presidente Swg. ”Tutte le organizzazioni e le rappresentanze non vivono bene questi anni – è l’analisi del sondaggista – perché c’è una sfiducia complessiva del Paese che si riverbera anche nelle organizzazioni di rappresentanza”.
Un fenomeno, questo, che affonda le sue radici in ”ciò che è successo nell’autunno 2011. Secondo gli italiani con la nascita del governo Monti, l’esecutivo dei tecnici, un mondo politico ha fatto ‘crack’. Poi, con la crisi che galoppa, queste rappresentanze hanno visto diminuire ancora di più la fiducia nei loro confronti”.
”Oggi si tende a risultati immediati e a decisioni senza lunghi tavoli – rimarca Pessato – e le organizzazioni, compreso Confindustria e altre associazioni di categoria, sono viste con diffidenza perché sembrano tirare l’acqua al proprio mulino”.
”E’ come se non si riuscisse a trovare una linea comune – spiega ancora Pessato – il problema, più che la colpa di qualcuno, è che si continua a pensare che non ci sia una capacità di realizzare un intervento comune, un ritrovarsi per cercare di trovare una strada positiva per il Paese. La via d’uscita? Teoricamente sarebbe semplice: la capacità di dimostrare che ci si impegna tutti insieme per il rilancio del Paese. Facile a dirsi, ma poi…”.
Per Renato Mannheimer, direttore dell’istituto Ispo, ”in questi anni si è verificato un calo di fiducia degli italiani verso le istituzioni. Un segno meno che accomuna tutti, e va dal Presidente della Repubblica fino agli imprenditori. Confindustria, rappresentando una parte limitata degli interessi degli italiani, riscuote una fiducia ancora più limitata di quella che incassano i sindacati. Squinzi, in fondo, è solo noto alla élite. La gran parte degli italiani lo vede solo in tv”, è l’analisi del sondaggista.
Che avverte: ”Le associazioni di rappresentanza, e anche Confindustria, vengono percepite un po’ come un freno” rispetto a decisioni da prendere per rilanciare l’economia e il sistema-paese.
”Gli italiani sono in una fase annoiata rispetto alla politica e alle rappresentanze. Vogliono vedere realizzate le cose, e risolti i loro problemi”, dice Antonio Noto, direttore di Ipr marketing, sottolineando che ”la fiducia nei sindacati è in calo: ora sono al 20%, solo tre anni fa erano al 36%. Quanto alle organizzazioni padronali, non hanno mai goduto di grande fiducia da parte degli italiani”.
Numeri sull’indice di gradimento per Confindustria e per il suo presidente, Giorgio Squinzi, non ci sono ancora. Ma ”nel 2006 le associazioni imprenditoriali avevano il 58% di fiducia dei cittadini, ora hanno il 54%”, spiega Luca Comodo, direttore del dipartimento politico di Ipsos.
Per Nicola Piepoli, amministratore delegato dell’Istituto Piepoli, ”Squinzi è un po’ ‘padrone’ perché è il titolare di una grande azienda, ma è riuscito a esprimere i problemi della Confindustria. Non ha molta popolarità perché non si mette in mostra, ma Confindustria è tra il 40 e 50% di fiducia”. (Adnkronos)