L’educazione e la formazione dei ragazzi passano per alcuni pilastri che da sempre ne sorreggono l’impianto principale di crescita di ogni bambino. La scuola, la famiglia la chiesa e lo sport sono gli elementi trainanti dell’insegnamento.
E quando questi asset viaggiano insieme, sincronizzati verso un obiettivo unico, il percorso di crescita del bambino diventa più ricco e stimolante allo stesso tempo.
Il calcio, lo sappiamo, è chiave di unione intra-generazionale, capace di far parlare insieme nonni e nipoti, capace di dare la chiave giusta per socializzare, fonte di emozione in grado di coinvolgerti per tutta la vita.
Il calcio così come gli altri sport è anche fonte di formazione e di crescita per ogni bambino.
Guai a non praticare sport; il bambino praticando qualsiasi attività fisica, impara a socializzare, stare con gli altri, ma anche a confrontarsi ed affrontare nel miglior modo possibile delusioni che poi ritroverà in altri momenti della vita.
Lo sport ti insegna, inoltre, ad avere rispetto dell’avversario, dell’allenatore che ha tanto da dire e insegnare.
Un legame quello tra il calcio e la scuola raccontato nel libro di 100 pagine “Una grande storia di calcio e Comunità” che racconta l’intera storia dell’A.C. Osteria Grande, frazione del Comune di Castel San Pietro Terme, in Provincia di Bologna, un esempio di “coesione sociale in una Regione dove i praticanti di sport sono in numero maggiore rispetto tutte le altre regioni d’Italia” come riporta Claudio Bolognesi ne Il Resto del Carlino.
Una comunità sempre presente alle partite di calcio anche nei giorni festivi, nei giorni di caldo, perché il calcio è anche in grado di unire. Nel libro ci sono l’anima e il cuore del suo autore Gianfilippo Rossi, che parte dal sogno dei pionieri che “‘sfrattarono’ la cava per dare vita alla squadra e che arriva fino ad oggi, in un percorso che ha visto la società in questi 40 anni crescere assieme e accanto alla comunità“.
Un legame raccontato da Don Luca della parrocchia di San Giorgio: “i nostri ragazzi della parrocchia sono spesso gli stessi che trovi qui al campo, ci lega all’A.C. Osteria Grande la passione educativa e la volontà di trasmettere valori”.
Chiesa, scuola, calcio ecco l’esempio di come sia importante lavorare insieme nella formazione, creare valore per i ragazzi avendo lo stesso obiettivo. Investire in impianti e strutture per fare sport vicino casa, insieme agli stessi compagni di classe, insieme alla comunità della chiesa.
Il calcio è stato inserito per la prima volta nei programmi sportivi previsti dal Ministero della Pubblica Istruzione nel 1976, anno in cui venne costituita la Commissione per l’attività scolastica con l’obiettivo di promuovere il calcio a scuola. Altro passo importante fu la Carta dei Diritti dei bambini e dei Doveri degli adulti (2001), un documento che si rivolge ai genitori, ai dirigenti sportivi e scolastici, agli insegnanti, agli educatori sportivi e agli atleti e indica un approccio didattico che tenga conto dei bisogni dei bambini.
Nel 2003 il definitivo salto di qualità avviene con l’avvio del progetto “Fuoriclasse Cup“, promosso da FIGC – SGS in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con la Coca-Cola, con il C.O.N.I., con la Lega Nazionale Professionisti, l’Associazione Italiana Calciatori e la Federazione Italiana Sport Disabili. Si tratta di un progetto rivolto agli studenti costituito da “due diverse anime”: una sportiva e una didattica. Accanto a un torneo scolastico di calcio a 5 aperto alle scuole elementari, medie e superiori (pubbliche e private), c’è una vera e propria competizione editoriale fra le classi (fonte FIGC) . Dopo 5 anni, nel 2008, il progetto è riuscito a coinvolgere, solo per la scuola secondaria di 2° grado, oltre 500.000 studenti (20% della popolazione studenti 14-19 anni) di 1.700 istituti di 75 provincie di tutta Italia.
L’ultimo atto di questa lunga storia che lega il calcio alla scuola è il progetto “Valori in Rete”, in grado di soddisfare le esigenze formative delle Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado dell’intero territorio nazionale, con l’obiettivo di promuovere i valori sociali e sportivi del calcio.
Proprio per il ruolo sociale e la capacità di riuscire a rivolgersi a tutti, il calcio nelle scuole riesce a trasmettere agli studenti messaggi su temi rilevanti per la maturazione di una generazione più attenta all’integrazione, all’inclusione, al rispetto delle diversità e delle diverse abilità.
Negli ultimi anni alcune squadre di calcio professionistiche hanno avviato progetti che prevedono dei tour nelle scuole elementari e medie proprio con l’obiettivo di promuovere la formazione della cultura sportiva diffondendo ed incrementando i principi legati ad una crescita psico-fisica sana, leale e non violenta, che educhi gli adulti del domani a comportamenti rispettosi dell’avversario e delle istituzioni.
Anche questo è un modo diverso ma non per questo meno importante di fare didattica a scuola.
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