Calcoli matematici complessi? Lasciamoli al computer. Non bisogna gravare sugli studenti con moltiplicazioni, divisioni o addirittura con la soluzione di equazioni. Soltanto una perdita di tempo. A questa conclusione è arrivato Conrad Wolfram, esperto di tecnologie, fondatore di CBM (Computer-Based Maths) il cui scopo è la “rifondazione” della didattica matematica.
In un’intervista a El Pais, quotidiano iberico, rilancia l’idea che l’80% di quel che si apprende nei corsi di matematica non serve a niente.
“I matematici mi odieranno perché dico questo, ma prima dei computer – osserva Wolfram – le matematiche non erano molto utili per la quotidianità, per la vita in generale. In qualsiasi campo in cui si usino molti dati, come la fisica, la biologia o la sanità, il calcolo ha elevato le matematiche a uno stadio nuovo. I problemi reali del XXI secolo si possono risolvere soltanto utilizzando i computer e perciò devono entrare nel sistema educativo come parte fondamentale dei corsi di matematica. Tenere i bambini nelle aule a calcolare a mano equazioni di secondo grado ormai non ha senso: bisogna insegnare loro a interpretare i dati e a trarre utilità dalle matematiche”.
“Quando è stata l’ultima volta che avete moltiplicato 3/17 per 2/15? Probabilmente lo imparaste a scuola ma non lo avete messo mai in esecuzione. Molti esperti diranno che moltiplicando le frazioni stai imparando, ma in realtà stai solo ricordando un procedimento. In realtà non stai capendo perché lo fai né a cosa serve”.
Wolfram è riuscito a introdurre la sua didattica della matematica in Estonia. “Con un milione 300 mila abitanti, l’Estonia si considera il paese più digitale d’Europa. I suoi cittadini possono votare, pagare le tasse, controllare archivi medici o registrare un’impresa dal computer di casa in pochi minuti”.