Sul posticipo del rientro scuola, come abbiamo riportato in un sondaggio della Tecnica della Scuola, in tanti sono d’accordo. I motivi? Le temperature, ancora troppo elevate, specie in alcune regioni del Paese. La proposta è stata lanciata dal Coordinamento Nazionale Docenti dei Diritti Umani, proponendo un rinvio della prima campanella al 26 settembre.
Sul tema è intervenuto Tommaso Martelli, coordinatore dell’Unione degli Studenti: “Questa richiesta non può che far porre attenzione sulle condizioni infrastrutturali in cui si ritrovano gli edifici scolastici. Il cambiamento climatico sta provocando temperature sempre maggiori che già condizionano la qualità del nostro stile di vita e l’attraversabilità di luoghi pubblici come appunto le scuole. Queste ultime presentano tanti altri punti carenti, in termini infrastrutturali, oltre alla carenza di condizionatori e materiali isolanti, che quando ci sono vengono disposti solo negli uffici di presidenza o in segreteria”.
Ma il problema non è solo il caldo, come spiega Alice Beccari, responsabile dell’Organizzazione dell’Unione degli Studenti: “Fra alcuni mesi sarà il freddo. Numerose infatti sono state, negli ultimi anni, le proteste degli studenti, che hanno abbandonato le loro classi a causa di temperature sotto ai limiti legali. È necessario dunque tornare ad investire nell’istruzione pubblica e nella sua qualità. Per questi motivi gli studenti hanno convocato uno sciopero nazionale il prossimo 15 novembre con lo slogan “Vogliamo potere”.
Dall’analisi dei dati raccolti nel sondaggio condotto dalla Tecnica della Scuola emerge una netta posizione riguardo alla proposta di posticipare l’inizio dell’anno scolastico al 1° ottobre, in risposta alle alte temperature previste per settembre. La proposta è stata accolta con entusiasmo da quasi tutti i partecipanti (circa il 90%): sulle modalità di attuazione, una percentuale, seppur ridotta, rimane scettica.
Nello specifico, l’82.9% dei docenti si dice favorevole a un rinvio, stessa cosa per genitori (86.7%), Ata (87%) e altro (88.5%). Tra gli studenti, addirittura, si sfiora il 92% di richieste per lo slittamento a ottobre.
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