In questi giorni l’Italia, soprattutto al Sud, è nella morsa del caldo. Sono molti i docenti e gli studenti che stanno svolgendo i primi esami di recupero del debito scolastico in scuole che si tramutano praticamente in fornaci, con temperature altissime.
La richiesta
In vista dell’inizio del nuovo anno scolastico il Coordinamento Nazionale Diritti Umani ha fatto, con un comunicato, una precisa richiesta: “in considerazione delle elevate temperature che si registrano e si registreranno in futuro nel Centro-Sud a causa dei cambiamenti climatici in corso e constatando che moltissime scuole non dispongono dei climatizzatori nelle aule scolastiche, si chiede di modificare i calendari regionali posticipando l’apertura delle attività scolastiche all’inizio di ottobre/fine di settembre”.
“Diversamente si potrebbero dotare le aule scolastiche di opportuni condizionatori. Ricordiamo che le scuole anche nei mesi di luglio e agosto predispongono corsi di recupero e gli esami per il recupero del debito scolastico garantendo un servizio necessario per le famiglie. Diventa sempre più difficile adattarsi a temperature che oscillano sui 35° e pretendere da docenti e studenti un abbigliamento doveroso per il contesto scolastico. L’apprendimento/insegnamento in un ambiente così avverso risulta poco efficace: il colpo di calore è in agguato, a causa della temperatura elevata, del tasso di umidità elevato e della scarsa ventilazione. Le conseguenze possono essere letali per i più fragili”, aggiungono. Insomma, a loro avviso le scuole vanno dotate di climatizzatori; in caso contrario vanno lasciate chiuse in attesa che le temperature scendano.
L’annoso dibattito
Anche l’anno scorso c’è stato dibattito su questo tema, su cui è intervenuto anche il critico d’arte Vittorio Sgarbi, all’epoca sottosegretario alla Cultura. “Differire l’apertura delle scuole a fine settembre o ai primi di ottobre. Nel Governo si apra un confronto su questo tema”, ha esordito il personaggio televisivo.
“Buona cosa sarebbe in tempi di turismo culturale crescente, e ancor più di provocazioni sui prezzi delle località turistiche, differire l’apertura delle scuole a fine settembre o alla prima settimana di ottobre. In questo modo si allungherebbe la stagione turistica con grande beneficio per le imprese del settore ricettivo, mentre i giovani non sarebbero costretti a entrare nelle aule quando potrebbero invece conoscere la propria Nazione. Il Governo deve aprire un confronto su questo tema”, questo il suo pensiero.
Il giornalista Giuseppe De Tomaso crede che oggi si torna a scuola prima rispetto al passato per favorire il turismo al Nord.
Secondo De Tomaso bisognerebbe tornare al passato alla luce del cambiamento climatico: “Ora che il cambiamento climatico sta modificando abitudini personali e criteri produttivi sarebbe opportuno riaprire la questione del calendario scolastico, per chiedersi innanzitutto se è sostenibile, sotto tutti i punti di vista, specie nel Mezzogiorno, riprendere a frequentare le classi a settembre con temperature quasi sempre al di sopra dei 30 gradi”.
La giornalista Selvaggia Lucarelli, nelle sue storie Instagram, contraria all’idea, ha parlato di un aspetto che a suo avviso bisognerebbe considerare. “I figli di chi deve lavorare ovviamente li tiene tutti il geniale giornalista in casa sua”, queste le sue parole.