Con il rientro imminente di oltre sette milioni di studenti italiani sui banchi di scuola, la questione delle condizioni climatiche e delle infrastrutture scolastiche torna al centro del dibattito pubblico: il caldo record, infatti, secondo i climatologi è destinato perdurare anche nel mese di settembre, quando riprenderanno le lezioni. l meteorologo Manuel Mazzoleni ha di recente sottolineato che l’estate continuerà per tutto il mese prossimo, con temperature che rimarranno elevate e probabili notti tropicali in molte regioni italiane. L’amministrazione, tuttavia, non sembra interessata ad affrontare il problema: durante un punto stampa al Meeting di Rimini del 25 agosto, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha dichiarato senza mezzi termini di non avere mai fatta propria la proposta di posticipare l’inizio dell’anno scolastico a ottobre a causa del caldo estivo. “È una proposta che non ho neanche considerato”, ha affermato seccamente, ignorando in tal modo gli appelli di genitori, pediatri e del Coordinamento Nazionale dei Diritti Umani.
La Tecnica della Scuola vuole chiedere ai propri lettori se sono d’accordo o meno sul posticipare l’inizio dell’anno scolastico ad inizio ottobre, proprio in vista delle alte temperature che si protrarranno fino ad autunno inoltrato.
Alla luce dell’obbligo di svolgimento annuale di almeno 200 giorni di attività didattica, la nostra testata giornalistica intende anche chiedere ai propri lettori come intenderebbe “recuperare” lo slittamento di inizio d’anno scolastico: inserendo l’attività didattica anche di sabato (il 90% delle scuole oggi svolge lezioni dal lunedì al venerdì); posticipando la fine della scuola almeno fino al 20 giugno; l’ultima possibilità, che però appare anche quella più difficile da realizzare, è quello di modificare la normativa portando a 180 i giorni minimi l’attività didattica annuale.
Nel sondaggio troverai le seguenti domande:
Qual è il tuo ruolo?
In quale luogo ti trovi attualmente?
Caldo in classe, sei d’accordo a posticipare l’inizio delle lezioni al 1° ottobre?
Se hai risposto sì, come pensi si possa recuperare il posticipo per consentire lo svolgimento annuale di almeno 200 giorni di didattica previsto dalla norma?
Il tema è complesso e polarizzante. Da una parte, il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, sostiene che con il caldo estivo prolungato è irragionevole iniziare le lezioni a metà settembre e propone di spostare l’inizio a ottobre, adeguando il calendario scolastico alle mutate condizioni climatiche. Inoltre, il Cnddu ha richiesto un parere scientifico ai principali rappresentanti del settore pediatrico e pedagogico, considerando i rischi di malori tra studenti e insegnanti, molti dei quali anziani.
Dall’altro lato, molte associazioni di genitori si oppongono a questa proposta, evidenziando come tre mesi di chiusura scolastica siano già difficili da gestire, sia dal punto di vista economico, con i costi dei centri estivi, sia per la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia. Petizioni con migliaia di firme chiedono una revisione del calendario scolastico per ridurre la lunga pausa estiva che, secondo alcuni, amplifica le disuguaglianze e danneggia lo sviluppo cognitivo e relazionale dei giovani.
Mentre il dibattito prosegue, un dato preoccupante emerge: le condizioni delle scuole italiane sono spesso inadeguate. Secondo il Cnddu, dati riportati da Repubblica, su oltre 40mila plessi scolastici, solo il 6% dispone di condizionatori d’aria, e questi sono generalmente concentrati nelle presidenze e segreterie, lasciando le aule sprovviste di un sollievo dal caldo soffocante. Quasi il 60% degli edifici scolastici è stato costruito prima del 1975, quando i condizionatori non erano di uso comune, e i fondi europei, pur avendo dotato le scuole di tecnologie avanzate come LIM e computer portatili, non sono stati sufficienti per migliorare le condizioni climatiche interne alle aule.
Mentre gli studenti con sospensione del giudizio tornano in aula per recuperare le lacune estive, la speranza è che il clima offra una tregua. Tuttavia, il dibattito su quando far iniziare l’anno scolastico e come adattare le strutture alle nuove esigenze climatiche rimane aperto, con le famiglie e i docenti che chiedono soluzioni concrete per un sistema educativo che rischia di essere soffocato non solo dal caldo, ma anche dall’immobilismo politico.
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